Nessuna stabile convivenza con un altro uomo: le fotografie scattate dall’investigatore privato provavano al più l’esistenza di una nuova relazione sentimentale. Riconosciuto l’assegno di divorzio all’ex coniuge

La vicenda

Dopo aver pronunciato la cessazione degli effetti civili del matrimonio, il Tribunale di Rimini ha deciso in ordine alla domanda di assegno di divorzio formulata dall’ex moglie.

Nel corso del giudizio, l’altro coniuge aveva chiesto che nulla fosse riconosciuto a quest’ultima diversamente da quanto previsto nell’accordo di separazione, in base al quale egli si era impegnato a versarle la somma di 800 euro mensili.

Tale richiesta era fondata su due presupposti.

In primis, il peggioramento della proprie condizioni economiche. Inoltre, a causa di una grave malattia che l’aveva costretto a subire diversi interventi e a sottoporsi a pesanti cure, egli non aveva più potuto svolgere il mestiere di bagnino, dovendo perciò andare in pensione. Al contrario, la moglie aveva migliorato la propria posizione economica, avendo iniziato una convivenza con il nuovo compagno, come attestato dal dossier fotografico realizzato dall’investigatore privato da lui stesso incaricato (le immagini mostravano più volte l’auto della donna parcheggiata nel cortile dell’uomo, sia in orario serale che di mattina presto; e soltanto in un’occasione erano stati visti uscire insieme di prima mattina).

E inoltre dopo la separazione, ella aveva continuato a lavorare, potendo in tal modo, incrementare il proprio patrimonio.

Entrambe le circostanze erano state smentite dalla resistente, che aveva affermato di non avere alcuna nuova relazione sentimentale e che il materiale investigativo non era idoneo a provare il contrario; ella inoltre, aveva dichiarato di non essere più in grado di lavorare a causa della osteoartrosi alle mani e della spendilopatia cervico-lombare che le era stata diagnosticata.

La decisione: confermato il diritto all’assegno di divorzio

Ebbene il Tribunale di Rimini (sentenza n. 747/2019), riscontrata la disparità di condizioni economiche tra i due coniugi, ha confermato il diritto della resistente all’assegno di divorzio determinato nella somma di 600 euro mensili.

Dal materiale prodotto in giudizio era emerso che l’unica fonte di sostegno economico per la donna fosse proprio il contributo di cui era onerato l’ex marito; e comunque, gli elementi dell’investigatore privato non erano idonei a dimostrare una stabile convivenza con il nuovo compagno, al più avrebbero potuto far presumere una relazione sentimentale, ma non che quest’ultimo contribuisse al menage familiare.

La presunta convivenza era stata peraltro, smentita dalle testimonianze assunte in giudizio che avevano confermato il fatto che ella vivesse da sola nell’appartamento che aveva in locazione.

La redazione giuridica

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