La giovane ha riportato una inabilità del 10% dopo un infortunio in palestra, i cui postumi si erano protratti per anni costringendola a subire vari interventi

Il Tribunale civile di Venezia ha condannato il MIUR a risarcire una studentessa di Vicenza che ha riportato un danno biologico del 10 per cento in seguito a un infortunio in palestra, durante l’orario scolastico.

La vicenda, riportata dal Giornale di Vicenza, risale al marzo del 2014. In base a quanto ricostruito, durante l’ora di educazione fisica, la docente aveva invitato un istruttore a spiegare i rudimenti del rugby, con lo scopo di “introdurre gli allievi alla conoscenza della disciplina sportiva”, monitorando “gli esercizi svolti dagli stessi assicurandosi che venissero eseguiti in condizioni di sicurezza”.

Nel corso di uno degli esercizi in programma, che “consisteva nella simulazione, fra due compagni, di un atterraggio”, una compagna della ragazza danneggiata l’aveva spinta cadendole pesantemente addosso, con il gomito sopra la clavicola. La giovane, che all’epoca aveva 16 anni, era rimasta ferita ma, nonostante il dolore, aveva proseguito le lezioni. Il giorno dopo, tuttavia, si era recata in Pronto soccorso scoprendo di essersi lussata una spalla. I postumi di quell’infortunio si erano protratti per tre anni, nel corso dei quali la studentessa era stata costretta a subire vari interventi chirurgici. Il medico legale le aveva diagnosticato una inabilità temporanea di 282 giorni.

Nelle scorse ore il Giudice ha disposto in favore della parte lesa il pagamento di una cifra pari a 46 mila euro. Di questi, 11 mila sono stati già versati dall’Inail.

Per il Tribunale – come riferisce ancora il Giornale di Vicenza – “l’assenza di un minimo di adeguata preparazione delle allieve ha reso possibile la reificazione dello scenario peggiore, pur potendo ipotizzarsi da parte di un operatore mediamente avveduto che in uno sport, basato per eccellenza sul contatto fisico, potessero accadere sinistri della portata indicata”. La scuola, e quindi il ministero, avrebbe dovuto adottare misure precauzionali, ad esempio “mediante lo strumento assicurativo” per il caso specifico.

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