I rischi legati all’inquinamento ambientale, rivela l’OMS, incidono notevolmente sulla qualità della vita in relazione anche alle disuguaglianze sociali. 

In Europa i fattori legati al rischio da inquinamento ambientale rappresentano il 15% della mortalità, causando 1,4 mln di morti l’anno. Lo rivela l’Oms nel rapporto “Environmental health inequalities in Europe”, che analizza il rapporto tra disuguaglianze sociali e inquinamento. 

Disuguaglianze sociali 

Nella relazione si delinea in modo sempre più evidente che le disuguaglianze sociali portano le classi svantaggiate a un impatto maggiore con l’inquinamento atmosferico e le condizioni di salute e sanitarie. Il 70 % del divario tra classi sociali vede una totale disparità nella qualità degli alloggi, soprattutto nella mancanza di “spazi verdi”, che ampliano l’effetto dell’inquinamento. 

Lo studio rivela che esiste una somma di fattori, redditoistruzionelocazione abitativaaccesso alle cure, esposizione a sostanze tossiche, che peggiorano nettamente le condizioni sanitarie delle fasce meno agiate finanziariamente. Una disuguaglianza rilevabile non solo tra Stati ma anche internamente.

La classifica indica tra i peggiori paesi in termini di differenze socio-economiche e sanitarie, la Croazia, seguita da Cipro, Grecia e Lituania e Portogallo. La Romania è uno dei pochi paesi dove le differenze tra condizioni di vita si riduce del 10 %. Dal rapporto emerge poi che è  la Svezia il paese con più spazi green all’interno delle città, e si aggiudica la maglia nera l’Ungheria.

In Inghilterra le concentrazioni di particolato (PM) sono molto più elevate nelle aree socialmente svantaggiate. In Germania e in Belgio dopo un biomonitoraggio umano, è emerso che tra bambini e adolescenti con status sociale inferiore o di migranti, le concentrazioni corporee di metalli pesanti erano molto più elevate rispetto alla stessa fascia di età collocata in aree socio-economiche più alte. 

Emerge dal documento OMS che sempre le fasce più deboli in termini di PIL pro capite e livello di istruzione hanno una maggiore esposizione al PM 2.5(polveri sottili che riescono a raggiungere gli alveoli polmonari). 

La situazione in Italia 

I fattori di rischio legati all’inquinamento atmosferico in Italia rimarcano i problemi legati alla questione meridionale, al sud si registra l’82% dei comuni a rischio contaminazione.

Tra le 44 aree monitorate ci sono stati più di 10.000 morti di quanto fosse previsto, registrate in un periodo di 8 anni. L’inquinamento ha provocato oltre 3600 dei decessi e il 60 % dei comuni sono a rischio povertà. Solo il 24 % risulta essere classificato in aree socio-economiche benestanti, gli uomini con basso reddito sono esposti ad un rischio di tumore superiore alla media. 

Le soluzioni ai problemi di contaminazione

Nel rapporto si individuano soluzioni volte a rafforzare i servizi sanitari locali e prevenire la contaminazione dei siti industriali

Tra le azioni concrete suggerite: attività di bonifica, rafforzare l’accesso al sistema sanitario per le fasce più deboli, promuovere la consapevolezza tra le comunità esposta a rischio contaminazione. 

L’Europa si sta impegnando sul fronte inquinamento adottando politiche urgenti per ridurre le differenze. Tra le soluzioni adottate: monitoraggio dell’inquinamento atmosferico, applicazione delle linee guida sulla qualità dell’aria, diminuzione del traffico stradale supportando la diffusione di mezzi non inquinanti, vietare alcuni combustibili (carbone) e migliorando la pianificazione spaziale, evitando spazi sovraffollati e altamente inquinati.

Barbara Zampini 

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