Il 23-24-25 ottobre sono stati individuate come giornate di mobilitazione dalla Coalizione Clima in vista della Conferenza internazionale sul clima di Parigi che si aprirà a dicembre in cui verranno posti all’agenda dei governi mondiali i tragici problemi relativi al cambiamento climatico che sta affliggendo il nostro pianeta. Un tema che le associazioni e i movimenti non hanno intenzione di delegare ulteriormente alle trattative tra governi, già fallite in altre occasioni. Per questo motivo il 29 Novembre si terrà una #ClimateMarch in tantissime città nel mondo, in Italia a Roma per tutta la giornata, per chiedere una soluzione radicale al cambiamento climatico: un cambiamento complessivo del sistema economico e produttivo, unica soluzione in grado di ridurre il cambiamento climatico mantenendolo sotto la soglia critica dei 2° centigradi.

“Dopo i fallimenti del Protocollo di Kyoto e del vertice di Copenaghen 2009, dopo il continuo procrastinarsi di soluzioni efficaci da parte delle grandi potenze mondiali, il tempo per il nostro pianeta sta scadendo” afferma Riccardo Laterza, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza “ Soluzioni di comodo non possono più bastare, per mantenere il limite dei 2°centigradi, per molti scienziati soglia entro cui è possibile il riprodursi della vita sulla terra, è necessario un impegno radicale e vincolante da parte dei principali paesi “inquinanti”: ridurre le emissioni, e non “mercificarle” attraverso il mercato del carbonio, abbandonare progressivamente le energie fossili, riconvertire i sistemi economici e produttivi. La tutela ambientale non è slegata dai diritti sociali,dalla necessaria redistribuzione della ricchezza e da un complessivo affermarsi di una democrazia non più solo formale: solo un cambiamento complessivo del nostro modello sociale può aprire ad una nuova compatibilità tra uomo e ambiente.”

“In tantissime città in Italia abbiamo realizzato delle iniziative di denuncia e sensibilizzazione rispetto all’urgenza di fermare il cambiamento climatico” afferma Silvia Calvani, responsabile nazionale dell’Area Tematica Ambiente della Rete della Conoscenza. “Da Torino a Bari, da Acerra a Pescara, passando per Bari, Brindisi, la Terra dei Fuochi e tantissime altre città le studentesse e gli studenti del paese si sono schierati con forza sulle questioni del cambiamento climatico attraverso seminari, striscioni di denuncia, mostre fotografiche itineranti, flash mob. Siamo partiti da scuole ed università per ribadire che, anche in questo caso, sono i saperi l’arma per analizzare ed elaborare reali soluzioni volte a cambiare l’attuale sistema di utilizzo delle risorse, tutto impiantato sul sovrasfruttamento dei territori per il profitto di pochi e sull’irrazionale convinzione di avere a disposizione risorse illimitate.”

“Il nostro Paese è attraversato da innumerevoli conflitti ambientali che animano e difendono i nostri territori” conclude Laterza. “La lotta contro le trivelle in Abruzzo, nelle Marche,in Irpinia e in Puglia; così come le battaglie contro il Biocidio in Campania e quelle contro le grandi Opere come la Tav, il Mose e il Muos; i focolai di resistenza contro il sovrasfruttamento dei nostri territori non sono battaglie slegate tra di loro o altre rispetto a quella contro il cambiamento climatico: è questo modello di sviluppo basato sull’estrattivismo a causare la devastazione territoriale e sociale che sta mettendo in discussione la nostra vita e le nostre città. Ed è per un modello di sviluppo sostenibile, solidale, che incentivi la redistribuzione della ricchezza e un nuovo rapporto tra uomini e territori che noi  ci mobiliteremo il 29 novembre e in occasione del vertice di Parigi. Ciascuna città, ciascun territorio, racconta una storia diversa di lotte e conflitti per la terra, l’aria, l’acqua e la salute; lo stesso faranno le numerose iniziative che metteranno in scena le studentesse e gli studenti del Paese augurandoci una sempre maggiore convergenza e coordinamento tra tutti i conflitti territoriali”.

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