Confermata in Cassazione la condanna per omicidio colposo di un centauro accusato del decesso di un pedone investito mentre attraversava la strada

Con la sentenza n. 16949/2021 la Cassazione si è pronunciata sul ricorso di un motociclista contro la sentenza di merito che l’aveva riconosciuto colpevole del reato di omicidio colposo, ai sensi dell’art. 589 del codice penale, per avere, alla guida del proprio mezzo a due ruote, con colpa consistita in negligenza, imprudenza ed imperizia, nonché nella violazione dell’art. 141 C.d.S., cagionato la morte di un pedone, investito mentre attraversava la strada.

Il ricorrente, nello specifico, si rivolgeva alla Suprema Corte deducendo la mancata valutazione di cause di proscioglimento ai sensi dell’art. 129 cod. pen. (obbligo della immediata declaratoria di determinate cause di non punibilità).

In particolare, sosteneva che “nessun elemento concreto assiste la declaratoria di responsabilità dell’imputato, essendo l’evento stato cagionato unicamente dalla condotta colposa della vittima, che ha, del tutto inaspettatamente attraversato la strada, tanto è vero che non sono state rilevate tracce di frenata”.

I Giudici Ermellini, tuttavia, hanno ritenuto di non aderire alla doglianza proposta, considerandola inammissibile

La Corte territoriale, invero, aveva infatti ricostruito analiticamente il sinistro stradale e la condotta tenuta dall’imputato, consistita nel non moderare la velocità, non tenendo una condotta di guida adeguata alle circostanze di tempo e di luogo, tanto da investire il pedone che attraversava sulle strisce pedonali, in prossimità di un ambulatorio sanitario frequentato da una vasta utenza, tale da rendere altamente probabile l’attraversamento.

Rispetto a siffatta motivazione il ricorrente aveva introdotto solo generiche contestazioni senza scandire alcuna reale critica delle argomentazioni della decisione impugnata. Da lì la decisione di rigettare il ricorso.

La redazione giuridica

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