Il sistema di ipertermia profonda consente di potenziare l’efficacia dei trattamenti loco-regionali (radioterapia) e sistemici (chemioterapia) grazie al riscaldamento in profondità dei tessuti trattati
Ottenere maggiore efficacia nelle cure contro i tumori grazie al calore. Questo l’obiettivo con cui è stato introdotto presso il Polo di radioterapia oncologica dell’Università Campus Bio-Medico di Roma un sistema di ipertermia profonda in grado di ottimizzare la risposta a chemioterapia e radioterapia. Si tratta del primo in Italia.
Il macchinario è stato testato con effetti benefici su numerosi tumori che colpiscono ampie fasce della popolazione. Tra questi, il cancro alla prostata (il tumore più frequente nella popolazione maschile a partire dai 50 anni) e quello al pancreas, per il quale nel 2019 la previsione nel nostro Paese è di 13.500 nuovi casi (6.800 negli uomini e 6.700 nelle donne). Ma anche il cancro del colon-retto (il secondo tumore più diffuso in Italia), e i tumori della testa, del collo e della mammella.
Il sistema di ipertermia profonda, grazie all’utilizzo di specifiche frequenze elettromagnetiche, è in grado di modulare con elevata precisione la distribuzione del calore in base a dimensione e localizzazione del tumore.
Il tutto potenziando l’efficacia dei trattamenti loco-regionali (radioterapia) e sistemici (chemioterapia) grazie al riscaldamento in profondità dei tessuti trattati.
Nello specifico, l’innalzamento selettivo della temperatura stimola la dilatazione dei vasi sanguigni, riduce le aree tumorali scarsamente ossigenate e inibisce la capacità delle cellule tumorali di riparare i danni subiti rendendo l’azione della radioterapia e della chemioterapia ancora più efficace.
Il calore inoltre è capace di stimolare una risposta immunitaria anti-tumorale attraverso l’espressione di recettori di superficie e la secrezione di specifiche proteine che permettono al sistema immunitario di riconoscere le cellule tumorali e attaccarle.
Un sistema indolore, non invasivo e utilizzabile anche per cure di lunga durata, dunque, che non aumenta la tossicità e gli altri effetti collaterali sui tessuti e gli organi sani del paziente.
L’ipertermia profonda si utilizza a qualunque stadio della malattia e su pazienti di tutte le età. Ogni seduta dura circa un’ora e si esegue in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale.
A sottolineare il valore dell’innovazione introdotta nell’offerta del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico è stato il prof. Lucio Trodella, direttore della UOC di Radioterapia Oncologica.
“Siamo i primi in Italia a esserci dotati di un macchinario di precisione fino ad oggi diffuso principalmente nei Paesi nord-europei e nel continente americano”.
“Riscaldando il tumore a 40-45 °C – spiega ancora l’esperto – possiamo indurre un danno alle cellule tumorali tale da portarle alla morte. Altro punto di forza è la sua capacità di rendere le cellule colpite molto più sensibili alla radioterapia e alla chemioterapia migliorando l’indice terapeutico senza che aumenti la tossicità per il paziente”.
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