I dati dell’indagine dell’Anaao Assomed condotta su più di mille medici in servizio negli ospedali italiani

Qual è la vita del medico ospedaliero nel 2016? Ce la racconta Anaao Assomed, che ha condotto un’indagine su oltre 1.000 medici che lavorano negli ospedali italiani: il quadro che ne emerge è quello di una situazione allarmante sul fronte della qualità del lavoro e, di conseguenza, della sicurezza dei pazienti.

Uno dei dati più allarmanti è quello dei pesantissimi turni notturni (con una media di 50 pazienti a turno da visitare e picchi di 200) che si ripetono anche fino a 8 volte al mese. E il sovraccarico orario, pesante soprattutto per i medici non più giovanissimi, è spesso non retribuito. Praticamente la metà dei medici intervistati afferma di aver superato il limite settimanale delle ora lavorabili per legge (imposto dalla Legge 161/2014), e più della metà delle volte l’extra orario non è retribuito.

L’Anaao ha anche individuato la causa di questa situazione difficile: i dati testimoniano “le conseguenze di anni di definanziamento della sanità, di blocco del turnover, di taglio dei posti letto”. “E quello che più preoccupa – si legge nell’indagine – è toccare con mano il livello di in-sicurezza che deriva dai provvedimenti scellerati: dall’indagine è infatti emersa prepotente la scarsa considerazione delle strutture aziendali per la gestione del rischio clinico”. “Avere in affidamento oltre 100 pazienti per turno di guardia, con punte superiori ai 200 – sottolinea ancora l’Anaao – non può che diminuire la sicurezza delle cure, il rischio sia per il medico che per il paziente, mettendo a repentaglio anche la qualità dell’assistenza”.

Ma c’è almeno un altro fronte critico, quello dei posti letto: con tassi di occupazione elevatissimi e un appoggio del paziente in setting, non appropriato. Spesso le dimissioni sono troppo affrettate e scarsamente coordinate tra ospedale e territorio: solo il 15% dei medici, infatti, dichiara di aver avuto informazioni sul proprio paziente dopo le dimissioni dall’ospedale.

Come ha spiegato il segretario nazionale dell’Anaao, Costantino Troise, siamo di fronte a “numeri che dovrebbero far riflettere chi governa e che ha il compito di intervenire per cambiare verso a una sanità pubblica avviata, anche attraverso il peggioramento delle condizioni di lavoro dei suoi medici, lungo un piano inclinato, che la porterà a curare i poveri destinando gli abbienti le magnifiche sorti del sistema privato ed assicurativo”.

Per approfondire:

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