Ciò che rileva ai fini dell’integrazione dell’illecito è l’accertamento della fruizione indebita della corrente elettrica e la conseguente elusione degli importi non pagati

Colpevole per ‘furto di energia elettrica’. Per tale reato un’imputata è stata condannata dal Tribunale di Termini Imerese alla pena di una anno di reclusione e a un’ammenda pari a 200 euro. La donna, ritenendo ingiusta la sentenza ha fatto ricorso in appello evidenziando dinanzi alla Corte territoriale di Palermo la mancanza della prova certa circa la consapevolezza o la conoscenza dell’utilizzazione abusiva dell’energia elettrica anche in virtù del fatto che non era stato posto alcun sigillo dopo la cessazione dell’utenza per morosità.
Il Giudice di secondo grado, con sentenza n. 4322/2016, ha confermato la responsabilità penale dell’appellante. Nel corso del procedimento, infatti, il tecnico della società elettrica ha testimoniato che l’utenza interessata al controllo era stata disattivata per morosità ed era stato riscontrato l’allaccio abusivo alla rete elettrica, tramite il quale erano stati accumulati consumi non fatturati per un importo pari a oltre 1500 euro.
Il reato pertanto doveva considerarsi sussistente poiché ciò che rileva ai fini della sua integrazione è “l’indebita fruizione di energia elettrica, con conseguente elusione degli importi non pagati, perché non registrati”, di cui beneficiava la signora. Non era neppure necessaria, secondo la Corte, la prova della manomissione del contatore, che avrebbe solamente costituito una circostanza aggravante dell’illecito contestato, così come non aveva rilievo l’eventuale manomissione commessa dai precedenti detentori.
Alla donna, tuttavia, sono state riconosciute le ‘circostanze attenuanti generiche’ ex articolo 62 bis del codice penale, con contenimento della pena nel minimo previsto dalla legge, sia poiché non aveva mai commesso altri reati, sia per il breve periodo in cui era stata posta in essere la condotta contestata. La pena, pertanto, è stata ridotta a sei mesi di reclusione e l’ammenda a 154 euro.

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