Sentenza pilota del Giudice di Pace di Latina che ha accolto il ricorso presentato da una giovane praticante legale richiamando la norma contenuta nella legge di stabilità 2016

E’ una sentenza che potrebbe aprire un’ondata di ricorsi quella emesso lo scorso 21 febbraio dal Giudice di Pace di Latina, relativa ricorso presentato da una praticante presso uno studio legale, fresca di studi universitari giurisprudenziali, che a settembre 2016 parcheggiò la sua vettura in uno stallo blu ma , non avendo monete, non potè pagare il parcheggio in quanto i parcometri in quella zona non consentivano il pagamento né con carta di credito, né tantomeno con le banconote.
Al suo ritorno per riprendere la vettura, la giovane trovò sotto al tergicristallo il verbale della multa, per un importo pari a 41 euro. Di lì la decisione di presentare ricorso, affidandolo proprio allo studio legale presso cui stava effettuando il praticantato.
Il Giudice di Pace, a distanza di cinque mesi, ha dato ragione alla ricorrente richiamando, alla base della decisione, la norma contenuta nella legge di stabilità del 2016 che prevede, a partire dal primo luglio dello scorso anno, l’estensione dell’obbligo di accettare pagamenti con bancomat e carte di credito anche ai dispositivi di controllo di durata della sosta.
La sentenza crea dunque un precedente, in base al quale coloro che sono stati multati per lo stesso motivo potranno tentare di vedersi revocata la sanzione, anche mediante ricorso al prefetto. E stando ai dati, dal momento che circa il 50 per cento dei 25mila parcometri installati non sarebbero conformi alla legge, i ricorsi potrebbero essere tanti. Se, infatti, molte amministrazioni si sono attivate per adeguarsi alla normativa, molte altre , ancora non lo hanno fatto, in alcuni casi appellandosi ad una “oggettiva impossibilità tecnica” che, tuttavia, si verifica esclusivamente in poche zone non coperte da rete cellulare.

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