Per il decesso di un uomo morto a causa di una malaria scambiata per linfoma, sono stati condannati cinque medici che lo avevano in cura

Malaria scambiata per linfoma. Questo errore è costato la vita a un ingegnere della Goodyear e per questa errata diagnosi sono stati condannati i cinque medici dell’Ospedale Molinette che lo avevano in cura.
L’uomo, un ingegnere di 58 anni di Torino, si è ammalato dopo essere stato punto da una zanzara.
L’insetto, molto probabilmente, si annidava in uno pneumatico arrivato dalla Nigeria.
La diagnosi del tutto errata dei medici – malaria scambiata per linfoma – non gli ha consentito di ricevere le cure necessarie per sopravvivere.
Per il suo decesso sono stati condannati cinque medici, a processo per aver scambiato la malaria per un linfoma provocando la morte dell’uomo.
Le pene inflitte sono tra 10 e 16 mesi, sulla linea delle richieste del pm Rossella Salvati.
Quando il paziente ha manifestato i primi sintomi, i medici avevano proceduto a diversi esami. Ben 40 giorni e un intervento chirurgico per curare il linfoma, però, non avevano dato risultati.
Soltanto dopo i sanitari hanno finalmente diagnosticato la malaria.
A trarli in inganno, il fatto che l’ingegnere non avesse fatto viaggi in luoghi a rischio.
Sarebbe stato sufficiente un test per diagnosticare la malattia. Purtroppo, però, quando è stato prescritto era ormai troppo tardi.

Drammatico il racconto della vedova dell’uomo.

“In ospedale – racconta – mi dissero che mio marito stava morendo e allora gli feci impartire l’estrema unzione. Poi, lo stesso giorno, all’improvviso sgranò i suoi grandi occhi azzurri e diventò paonazzo. Accorsero medici e infermieri, lo portarono in rianimazione e poi mi spiegarono che a colpirlo non era stato un linfoma, come avevano creduto: era malaria”.
“Ricorderò per sempre – prosegue la donna – gli occhi tristi dell’infettivologo dell’ospedale quando mi disse: ‘Signora, non sono intervenuto prima perché mi hanno chiamato troppo tardi’”.
La donna e la sorella dell’uomo si sono costituite parte civile con l’avvocato Anna Ronfani.
Alla prima è stata riconosciuta una provvisionale di 80mila euro, alla seconda 20mila.
La difesa dei medici sosteneva che si fossero comportati correttamente. Inoltre, la scelta di procedere così sarebbe stata fatta sulla scorta di una diagnosi formulata da un collega. Quest’ultimo però non era imputato nel processo.
Solo successivi – e tardivi – controlli fecero emergere con chiarezza l’errore della malaria scambiata per linfoma.
 
 
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