L’uomo, a causa di una mancata diagnosi di ictus, ha riportato una invalidità lavorativa del 100% ed è stato costretto a cedere la propria attività imprenditoriale

La Ulss 4 veneta dovrà versare 1,4 milioni di euro a un imprenditore del settore dei trasporti, a titolo di risarcimento per i danni subiti a causa di una mancata diagnosi di ictus.

Il fatto, come riporta il Gazzettino, risale all’ottobre del 2012. L’uomo, dopo aver perso la vista dall’occhio sinistro, si era presentato in ospedale a Jesolo, accusando peraltro anche un forte mal di testa. Trasferito al nosocomio di San Donà per una visita oculistica, una volta tornato a Jesolo era stato rimandato a casa. La mattina successiva, andato al lavoro, aveva perso i sensi ed era stato portato nuovamente in ospedale, questa volta a Mestre, dove i medici gli avevano diagnosticato un ictus ischemico provocato da un’occlusione completa dell’arteria carotidea.

Il paziente, costretto a intraprendere continui trattamenti riabilitativi, dopo aver ottenuto un parere specialistico che confermava l’inadeguato percorso diagnostico in occasione del primo accesso in Pronto soccorso, aveva agito in giudizio neo confronti dell’Azienda sanitaria.

Nei giorni scorsi, il Tribunale di Venezia ha disposto a suo favore un risarcimento di 1.383.269,43 euro, oltre interessi legali e spese processuali.

Il Giudice – riferisce ancora il Gazzettino – ha recepito le conclusioni dei consulenti incaricati, i quali hanno accertato un danno permanente all’integrità psicofisica del 40%, con conseguente invalidità lavorativa del 100%.

L’uomo, infatti, non sarebbe stato più in grado di svolgere il proprio lavoro, tanto da essere costretto a cedere la propria attività, con una danno quantificato in 1,1 milione di euro. La moglie, inoltre, avrebbe dovuto trovare un lavoro per mantenere la famiglia, mentre uno dei figli sarebbe stato costretto a sospendere gli studi per prendersi cura del padre; da lì gli ulteriori 300mila euro disposti dal Collegio giudicante.

“Data la persistenza del deficit visivo – si legge nella sentenza – il paziente non avrebbe dovuto essere dimesso bensì ospedalizzato. In ambito di ricovero si dovevano eseguire tutti gli accertamenti specialistici previsti: visita neurologica, Rm cerebrale, angiotac cerebrale, ecodoppler Tsa, angiografia, ove a fronte della positività del risultato degli accertamenti si sarebbe potuto procedere con terapia antitrombotica”. La decisione di non procedere con questi ulteriori approfondimenti, per il Giudice, rappresenterebbe “un errore professionale medico non scusabile”.

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