I camici bianchi sono accusati di omicidio colposo in relazione al decesso di un paziente di 69 anni, morto per un aneurisma dell’aorta addominale nel 2015
Due medici sono stati rinviati a giudizio per il decesso di un pensionato di 69 anni, morto per un aneurisma dell’aorta addominale nel 2015. Si tratta del medico di famiglia della vittima e di una dottoressa del reparto di chirurgia del nosocomio civile di Alghero, accusati di omicidio colposo in concorso perché – secondo l’ipotesi accusatoria – non avrebbero approfondito a dovere i sintomi presentati dal paziente.
L’uomo si era rivolto al curante accusando un forte e persistente dolore all’inguine. In base a quanto ricostruisce la Nuova Sardegna, il dottore, sospettando un’ernia inguinale, gli avrebbe rilasciato un’impegnativa per un controllo urgente in ospedale. La visita del chirurgo, tuttavia, secondo quanto raccontato in aula dal figlio sarebbe durata “al massimo 4 minuti” e il paziente sarebbe stato dimesso con toni rassicuranti.
Tornato a casa, però, il 69enne si sarebbe accasciato per un malore.
Trasportato nuovamente in ospedale sarebbe finito in sala operatoria ma per lui non ci sarebbe stato più nulla da fare. Il pensionato sarebbe morto per uno shock emorragico determinato dalla rottura di un aneurisma dell’aorta addominale.
Il Pubblico ministero contesta al medico di base di aver omesso – dopo aver ricevuto il certificato del chirurgo non apprezzante ernie inguinali – di indagare ulteriormente il quadro di dolore intenso del paziente non mettendo in diagnosi differenziale nessun’altra malattia che generava quel tipo di sintomatologia, ma limitandosi a prescrivergli un analgesico.
Il chirurgo, invece, dopo aver escluso il sospetto diagnostico del medico di medicina generale – secondo il magistrato inquirente – non avrebbe indagato ulteriormente e non avrebbe indicato alcun dato di spiegazione del quadro clinico.
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