Disposta l’imputazione coatta per gli ortopedici indagati nell’ambito dell’inchiesta sul decesso di un 69enne morto – secondo l’accusa – per una mancata diagnosi di infarto intestinale nel 2016 ad Agrigento

Sono accusati di omicidio colposo in concorso per una presunta mancata diagnosi di infarto intestinale, costata la vita a un paziente di 69 anni nel giugno del 2016. Quattro ortopedici in servizio nel nosocomio di Agrigento chiederanno – come anticipato dai loro legali – il giudizio abbreviato condizionato allo svolgimento di una perizia medico-legale.

Come riportato da Agrigentonotizie la vittima, che soffriva di obesità e aveva il diabete nonchè una patologia cardiaca, era stata ricoverata presso il reparto di ortopedia dopo essere stata investita da un’auto riportando la frattura del femore.

Secondo il Giudice per le indagini preliminari, che aveva disposto l’imputazione coatta, i camici bianchi “in violazione delle linee guida specifiche”, avrebbero “omesso gli esami strumentali che avrebbero accertato in tempo utile la presenza di un’emorragia intestinale”.

In particolare, le responsabilità mediche sarebbero da rintracciare nella fase in cui gli esami del paziente mostravano “una rapida anemizzazione”; fase in cui i professionisti indagati si sarebbero limitati a infondere due sacche di plasma senza indagare sulla cause.

A detta del Gip, quindi, l’infarto intestinale poteva essere contrastato e risolto con un intervento chirurgico entro le 24 ore.

Archiviata, invece, la poisizione di altri sei camici bianchi in servizio al pronto soccorso e al reparto di terapia intensiva, finiti nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura.

Nel procedimento penale non potranno costituirsi parte civile i familiari della vittima, in quanto già risarciti con 800mila euro dall’assicurazione. Lo ha disposto, con un’apposita ordinanza, il giudice dell’udienza preliminare sciogliendo la riserva sulla richiesta formulata dal legale di uno degli ortopedici imputati.

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