Mancata tempestiva diagnosi di diverticolite acuta (Tribunale di Sassari, Sentenza n. 952/2022 pubbl. il 26/09/2022).

Mancata tempestiva diagnosi di diverticolite acuta e decesso del paziente.

I congiunti del paziente citano a giudizio il presidio ospedaliero di Carbonia deducendone la responsabilità professionale per la morte del loro familiare provocata dalla mancata tempestiva diagnosi di diverticolite acuta.

L’uomo veniva ricoverato in cardiologia a seguito di dolori al petto e al basso ventre il  25.10.2016; durante la degenza, i sanitari, dando precedenza allo studio cardiologico del caso,  colposamente  non  formulavano una  tempestiva diagnosi di diverticolite acuta, nonostante la presenza della relativa sintomatologia (febbre e dolori addominali nelle circostanze attenuati dalla somministrazione di analgesici), poi sfociata in peritonite, che nonostante l’intervento chirurgico d’urgenza, provocava il decesso.

La domanda attorea si è rilevata infondata e il Tribunale esclude che vi sia stata imperizia o negligenza per la asserita mancata tempestiva diagnosi di diverticolite.

Dalla CTU merge che il paziente, uomo di 57 anni, affetto da ipertensione arteriosa, si recava presso il pronto soccorso  lamentando dolore puntorio retrosternale. All’ingresso in reparto i sanitari registrarono una patologia cardiologica acuta  in atto (infarto  miocardico con indicazione alla rivascolarizzazione miocardica), in assenza di altre condizioni clinicamente rilevanti, prontamente veniva disposto il ricovero in reparto di unità coronarica intensiva.

Durante i primi due giorni di ricovero il quadro clinico veniva adeguatamente trattato dal personale sanitario che richiedeva approfondimenti di laboratorio e clinici inerenti la problematica cardiaca, addominale e articolare.

A partire dal terzo giorno di ricovero si verificava iperpiressia, aumento del globuli bianchi e della PCR ma senza elementi suggestivi per una patologia addominale in atto, nonostante il sospetto formulato di diverticolite, mentre fu posta diagnosi di poliartralgia con necessità di approfondimenti.

Nei giorni successivi, a fronte del miglioramento del quadro infettivo, esclusa la natura addominale, il paziente presentava una condizione clinica rilevante ingravescente caratterizzata da una importante sintomatologia dolorosa a carico dell’articolazione del ginocchio bilateralmente, da qui la somministrazione di terapia antidolorifica e antibiotica.

Dalla CTU emerge che nulla viene segnalato in riferimento al quadro addominale, ad eccezione della giornata del 6 novembre in cui il paziente pativa scariche diarroiche in assenza di dolore toracico e addominale.

Il successivo 13 novembre in cartella viene riportato dolore ai quadranti inferiori dell’ addome cui seguiva richiesta di consulenza chirurgica con conseguente esecuzione di accertamenti strumentali per escludere perforazione intestinale.

Quanto emerso dalla CTU consente di ritenere che i sanitari della struttura convenuta   abbiano adempiuto in modo diligente, prudente e perito alle proprie obbligazioni, sia nella valutazione delle condizioni cliniche, sia nella gestione terapeutica.   

Il CTU ha chiarito che la diagnosi di diverticolosi del colon acuta si manifesta clinicamente attraverso dolore acuto e/o dolorabilità alla palpazione nel quadrante addominale inferiore sinistro, associato a un incremento degli indici infiammatori (globuli bianchi e PCR). Nel caso concreto, valutati tutti i dati evincibili dalla cartella clinica (da cui si evince che non era presente sintomatologia dolorosa addominale fino al 13 novembre) e considerato che gli elementi di natura clinica-laboratoristica non potevano, da soli considerati, condurre alla diagnosi, viene ritenuta corretta e aderente alle linee guida la condotta seguita dai Sanitari.

La circostanza che in sede di consulenza cardiochirurgica, effettuata il 28 ottobre, sia stato indicato in cartella “in attesa di consulenza chirurgica per sospetta diverticolite”, non è un elemento sufficiente per ritenersi concretizzata la colpa dei sanitari.

Oltretutto, in sede di consulenza chirurgica, effettuata nella stessa giornata del 28 ottobre, non sono  stati  riferiti, né  riscontrati segni e sintomi  specifici di  dolore in  addome.

Nel contesto di tale quadro clinico – alla presenza del solo dato obiettivo di lieve dolorabilità addominale, segnalato nelle prime giornate di ricovero – la      mancata esecuzione della TAC addominale (che avrebbe consentito la diagnosi tempestiva di peritonite) viene ritenuta esente da censure.

Non può, dunque, ragionevolmente discorrersi di mancata tempestiva diagnosi di diverticolite da parte dei Sanitari.

La domanda degli attori viene rigettata con condanna al pagamento delle spese di lite e di CTU.

Avv. Emanuela Foligno

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