Sul piano civile intanto la Asl ha versato ai familiari della vittima un risarcimento di quasi 300mila euro

L’Asl di Latina ha deliberato nei giorni scorsi il pagamento di 295mila euro a titolo di risarcimento nei confronti dei familiari di un uomo di 71 anni deceduto nell’agosto del 2010 a seguito di un ricovero presso l’Ospedale Santa Maria Goretti.

La transazione risolve sul piano civile un caso che sul versante penale resta tuttavia ancora aperto. E’ in corso, infatti, presso il tribunale di Latina, il processo nei confronti di cinque camici bianchi, tra cui il primario e il facente funzioni del reparto ‘post acuzie’ del nosocomio, rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo.

Il procedimento venne avviato a seguito alla denuncia sporta dai parenti della vittima, convinti che l’uomo non fosse stato curato adeguatamente da parte dell’équipe medica che lo ebbe in assistenza. Il 71enne era deceduto dopo essere stato ricoverato 25 giorni prima con tachicardia, febbre e brividi di freddo.

Gli era stato riscontrato un ascesso epatico, ma dopo la biopsia le sue condizioni si erano aggravate improvvisamente, fino al decesso. Secondo il Pubblico Ministero che aveva coordinato le indagini, la morte sarebbe avvenuta a causa di un mancato drenaggio al fegato, che avrebbe portato allo shock settico e a una insufficienza cardiorespiratoria.

Il processo riprenderà a febbraio 2017 con l’audizione degli ultimi consulenti della difesa e dei testimoni; nel frattempo, a distanza di 6 anni dalla morte dell’uomo, vittima di questo presunto caso di malasanità, la figlia ed il nipote potranno beneficiare della somma di denaro liquidata dall’Azienda sanitaria locale.

 

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