Il miglioramento dell’accesso alle cure oncologiche innovative passa anche da un’indagine conoscitiva sull’innovazione tecnologica e farmaceutica e dalla recentissima riforma costituzionale

Ne è convinto l’on. Mario Marazziti, presidente della commissione Affari sociali della Camera, che in un’intervista a Responsabile Civile spiega il suo punto di vista, commentando anche il recente rapporto FAVO-Censis sull’accesso alle cure oncologiche innovative.

“Proporrò all’ufficio di presidenza della commissione Affari sociali l’avvio di una indagine conoscitiva sull’innovazione tecnologica e farmaceutica e l’impatto di questa sulla sostenibilità del SSN”, annuncia Marazziti, secondo il quale “ bisogna valutare l’impatto dell’innovazione per poi proporre una nuova governance della spesa che permetta un accesso universalistico alle cure innovative”.

Per il deputato premessa indispensabile è definire “cosa è innovazione, che deve dare un vantaggio oggettivo, deve avere un impatto rilevante sulla qualità della salute”. E questo vale “sia per i farmaci, sia per i dispositivi tecnologici”. Il risultato finale deve essere “ripensare la governance della spesa e ragionare sull’intero modello che tenga insieme spesa sociale e spesa sanitaria”.

Tutto questo si traduce anche nella necessità di potenziare l’assistenza domiciliare e di prossimità: “con una popolazione che invecchia, grazie al miglioramento della qualità della vita, la cronicità e le polipatologie non letali diventeranno normali. E quindi dobbiamo creare reti territoriali dove si possa convivere con queste situazioni, quanto più possibile a casa o vicino casa e sostenuti dal SSN, anche ripensando i DRG e introducendo la pratica dei DRG socio-assistenziali”.

Dal punto di vista dell’organizzazione del sistema sanitario, per Marazziti “l’Italia deve superare una situazione di 21 sanità regionali che non garantiscono uguaglianza e aumentano i problemi di irrazionalità del sistema”. Una situazione, spiega, che è “il risultato di decenni di predicazione leghista, ma questo ‘federalismo sfasato’ ha portato più disuguaglianze e meno vicinanza ai cittadini”.

La riforma costituzionale appena approvata, e che dovrà passare al vaglio del referendum confermativo del prossimo autunno, mira proprio a correggere quelle storture, perché “riporta nella responsabilità e nei poteri centrali molti elementi per riavviare un processo di uguaglianza”. Una riforma che, conclude Marazziti, avrebbe potuto essere ancora più netta: “le spinte autonomistiche – spiega ancora – hanno parzialmente ridotto il completo rientro dell’istruzione e della sanità nelle materie nazionali. Avrei voluto che istruzione e sanità non fossero materie rimaste in parte soggette a un forte potere delle regioni più ricche“.

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