Il cardiochirurgo Michele Di Summa, ex luminare delle Molinette e condannato per lo scandalo internazionale delle valvole cardiache difettose esploso nel 2002, continua a fuggire ai propri creditori.

Oltre due milioni di euro, per la precisione due milioni e 730 mila euro: è questa la somma che il cardiochirurgo Michele Di Summa deve ancora risarcire per i danni cagionati.

Il medico condannato sfugge ai creditori, i principali dei quali sono i suoi ex datori di lavoro: l’ospedale Molinette ‘Città della Salute’ e l’Università di Torino.

A loro, Di Summa deve rispettivamente due milioni e 130 mila euro e 600 mila euro.

Adesso, però, il quotidiano “La Repubblica” avrebbe scoperto dove il medico, oggi 73enne, si stia nascondendo.

Di Summa risiede in un Tiro a Volo, sperduto in mezzo alla campagna di Francavilla Fontana (Br) e di proprietà del cugino.

Il medico condannato sfugge ai creditori nascondendosi in un luogo apparentemente irraggiungibile. Peccato però che sia stato “stanato” e adesso le conseguenze potrebbero arrivare.

Come noto, il cardiochirurgo era finito nell’occhio del ciclone per lo scandalo internazionale delle valvole cardiache difettose esploso a Torino nel novembre del 2002.

Di Summa era celebre per essere il cardiochirurgo più stimato della città. Dopo l’arresto, il 4 novembre 2002, aveva scontato quaranta giorni di carcere più quattro mesi ai domiciliari.

Il processo lo aveva poi condannato in secondo grado a un anno e undici mesi per corruzione.

Dopodiché, l’uomo aveva scelto un nascondiglio per eludere le numerose notifiche di risarcimento danni.

Tramite questo espediente, il medico condannato sfugge ai creditori senza pagare i danni quantificati dalle sentenze penali, da quelle civili e dalla Corte dei Conti.

Molti pazienti hanno quindi ottenuto di essere risarciti dall’ospedale in solido con il cardiochirurgo. E qui si annida il paradosso.

Il medico infatti non è mai presente al Tiro a Volo dove ha ora la residenza e quindi la struttura sanitaria paga alle vittime anche i danni dovuti dal cardiochirurgo.

Si tratta di soldi anticipati dall’azienda sanitaria, ma al momento pare impossibile la rivalsa sul medico per farseli restituire.

Come spiegato da Repubblica, Di Summa, dal punto di vista giuridico, non è irreperibile avendo comunque una residenza anagrafica. Tuttavia, l’escamotage da lui impiegato, ovvero quello di risiedere in un posto nel quale non si vive, viene impiegato da molti proprio per eludere queste notifiche.

Nel frattempo, il commissario delle Molinette, Gian Paolo Zanetta, e il preside della Facoltà di Medicina di Torino sono costretti ad anticipare i soldi dovuti in solido con Di Summa.

Per questo, tempo fa hanno incaricato Equitalia di riscuotere i crediti.

Adesso hanno deciso di attivare la procedura della ‘compiuta giacenza’ prevista dall’articolo 143 del codice di procedura civile.

Secondo tale articolo di legge, la notifica s’intende compiuta anche se il residente non si prende cura di ritirare gli atti o di farsi trovare dagli ufficiali notificatori.

A questo punto scatterà la fase due. Bisognerà ricercare beni mobili e immobili riferibili al medico.

Il cardiochirurgo, attualmente, percepisce una pensione Inpdap, un quinto della quale già pignorata e non risulta avere attività lavorative in Italia.

Non resta dunque che individuare i beni del professionista, se ne è ancora in possesso.

 

 

 

 

 

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