Massimo della pena, tenuto conto del rito abbreviato, per l’uomo che uccise Giovanni Palumbo, medico legale accoltellato nel suo studio nel 2018. Riconosciute le aggravanti della premeditazione e della crudeltà

Trent’anni di carcere. E’ la pena inflitta in primo grado di giudizio dal Tribunale di Imperia all’ex ambulante di Ventimiglia accusato della morte di Giovanni Palumbo, il medico legale accoltellato a Sanremo nel 2018.

Era il 27 settembre quando l’uomo si presentò nello studio del professionista 61enne, colpendolo ripetutamente con dei fendenti, di cui uno alla gola. Poco dopo venne rintracciato dai carabinieri, non lontano dal luogo del delitto, con i vestiti intrisi di sangue.

Alla base della furia omicida ci sarebbe stata la firma da parte del camice bianco di una perizia che negava al commerciante l’ottenimento di alcuni benefici dovuti all’invalidità per la perdita di un occhio.

L’uomo, infatti, aveva avviato una causa civile contro un oculista, reo – a suo avviso – di averlo curato male e di avergli  causato la perdita della vista.

Nel marzo del 2014, all’interno del poliambulatorio dell’ex ospedale Santo Spirito di Ventimiglia, aveva aggredito l’oculista a bastonate, sembra con una mazza da baseball, causandogli diverse lesioni. Per quell’episodio era già stato condannato, ma  una perizia psichiatrica ordinata dal Tribunale aveva stabilito la sua incapacità di intendere e volere.  

In questa occasione, invece, il giudice per l’udienza preliminare ha ritenuto di infliggere all’imputato il massimo della pena tenuto conto del rito abbreviato, accogliendo la richiesta della pubblica accusa e riconoscendo  le aggravanti della premeditazione e della crudeltà.

Il Collegio giudicante, inoltre, ha stabilito anche un risarcimento pari a 800 mila euro per ciascuno dei due figli della vittima, 500 mila euro per la moglie e 30 mila euro per l’Ordine dei medici, costituitosi parte civile nel procedimento.  

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