Assolti perché il fatto non sussiste gli altri due imputati nel processo per il decesso di un giovane quindicenne in provincia di Salerno

Entrò in sala operatoria per sottoporsi a un intervento di rafforzamento della parte ossea di un ginocchio lesionato. Dopo un’ora e mezza, secondo la ricostruzione riportata dal quotidiano La Città di Salerno,  il primario comunicò ai genitori la perfetta riuscita dell’operazione ma poco dopo fu richiamato in sala operatoria dal rianimatore anestesista. A distanza di 4 ore i medici diedero ai parenti l’annuncio della morte.

La vicenda risale a febbraio 2010; a perdere la vita fu un giovane di quindici anni che, a seguito di un incidente stradale in motorino stava seguendo una terapia per la ricostruzione del frammento osseo danneggiato, sottoponendosi anche a sedute in camera iperbarica.

Nelle scorse ore, a distanza  di più di sette anni e mezzo da quella tragica scomparsa, il Tribunale di Vallo della Lucania ha emesso la sentenza del processo di primo grado che vedeva imputati per omicidio colposo il primario del reparto di ortopedia dell’Ospedale, oltre alla cardiologa e all’anestesista presenti durante l’intervento.

Il procedimento giudiziario, aperto nel 2013, si è concentrato sull’esame delle cartelle cliniche e sulle tre perizie svolte nel corso delle indagini dai consulenti (una disposta dalla Procura, una richiesta dai genitori della vittima ed una terza effettuata da ulteriori specialisti nominati sempre dalla procura). L’esame autoptico disposto dal Pubblico Ministero aveva chiarito che il ragazzo era morto per una trombo embolia polmonare al cuore.

A conclusione del processo il giudice ha assolto il primario e la cardiologa perché il fatto non sussiste. Nel caso del dirigente del reparto il tribunale, come ha spiegato il suo legale difensore, ha correttamente escluso che la morte del giovane fosse legata da un nesso di causalità con la condotta operatoria del primario, sia per la modestissima invasività, sia per il tempo limitatissimo dell’intervento stesso.

L’anestesista, invece, è stato condannato a 8 mesi di reclusione,  oltre al risarcimento in via provvisionale di 200mila euro in favore dei genitori  e della sorella della vittima. La condanna civile è stata estesa anche all’Asl di Salerno.

 

Hai avuto un problema analogo e ti serve una consulenza gratuita? scrivi a redazione@responsabilecivile.it o telefona al numero 3927945623

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui