Nei giorni scorsi si è svolta l’udienza preliminare a carico dei professionisti, accusati di omicidio colposo in relazione al decesso di una paziente morta dopo un intervento neurochirurgico nel giugno del 2019
Due medici del reparto di ortopedia di una struttura sanitaria della provincia di Lecce rischiano di finire a giudizio per il decesso di una paziente settantenne, morta dopo un intervento neurochirurgico nel giugno del 2019. I professionisti sono accusati di omicidio colposo e responsabilità colposa in ambito sanitario.
In base a quanto ricostruisce Leccenews 24 la signora, che soffriva di una grave forma di osteoporosi, era stata ricoverata in ospedale per una frattura con schiacciamento della dodicesima vertebra lombare. Era quindi finita in sala operatoria dove però, secondo l’accusa, i due camici bianchi, rispettivamente in qualità di primo operatore e di assistente, ne avrebbero causato la morte per “imperizia”.
Nello specifico, durante l’intervento, gli indagati avrebbero effettuato “una incongrua manovra di inserimento del filo metallico guida di Kirschner”.
Spinto eccessivamente in profondità nella vertebra, il filo avrebbe provocato la lacerazione della arteria intercostale, anche a causa della scarsa resistenza del tessuto osseo, causando una grave emorragia.
Inoltre, sempre in base all’ipotesi accusatoria, dopo lo shock emorragico i medici non avrebbero agito tempestivamente e, appena 15 minuti dopo la fine dell’operazione, la paziente sarebbe stata trasferita presso il reparto di degenza, senza che venisse effettuato un più opportuno monitoraggio degli organi vitali.
La denuncia presentata dalla figlia della vittima aveva portato all’apertura di un fascicolo da parte della Procura del capoluogo salentino. Nei giorni scorsi si è svolta l’udienza preliminare davanti al Gup ma – come riferisce Leccenews 24 – è stato disposto il rinvio a maggio per consentire la citazione dell’ospedale come responsabile civile.
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