Il Tribunale di Lucca ha condannato l’Asl a versare una cifra superiore al milione di euro a favore dei congiunti di una donna morta pochi minuti dopo le dimissioni dal Pronto Soccorso dell’ospedale di Camaiore

Oltre un milione di euro. E’ la cifra che l’Asl Toscana Nord Ovest dovrà versare, a titolo di risarcimento, ai congiunti di una paziente deceduta nel 2011 all’ospedale di Camaiore. La 66enne, come riporta la Nazione, era morta pochi minuti dopo le dimissioni dal Pronto Soccorso, nello stesso atrio del reparto di emergenza.

La paziente era giunta in ospedale otto ore prima accusando lievi difficoltà respiratorie. In base all’ipotesi accusatoria, le sarebbe erroneamente stata diagnosticata una “verosimile riacutizzazione di broncopolmonite”. In realtà, come riconosciuto dal giudice, la signora sarebbe deceduta a causa di una trombo embolia polmonare.

Nel corso del periodo di osservazione, sempre secondo l’accusa, alcuni degli esami eseguiti (emogas analisi) non sarebbero stati correttamente interpretati. Altri non sarebbero stati proprio prescritti (D-dimero o troponina). Inoltre, la RX del torace sarebbe stata erroneamente refertata, non evidenziando la presenza di una “trombo-embolia polmonare con area infartuale alla base del polmone destro”.

Per i consulenti di parte, con “semplici operazioni sanitarie si sarebbe potuto evitare il prematuro decesso della donna”.

Il Tribunale civile di Lucca, con la sentenza n. 149/2019 ha recepito le conclusioni della consulenza tecnica di ufficio. In particolare, secondo il Giudice, la diagnosi errata avrebbe impedito “un risolutivo trattamento terapeutico con farmaci anticoagulanti o fibrinolitici, che avrebbe con buone probabilità evitato il decesso della paziente”.

La pronuncia chiude così un contenzioso legale che si protrae da circa tre anni. Sulla vicenda era stata intrapresa anche una causa penale, ma, in tale sede, i medici indagati erano stati assolti.

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