Nel 2014 si registrarono quattro morti sospette legate al batterio Clostridium difficile. I medici sono accusati di negligenza, imperizia e imprudenza, per non aver messo in atto controlli efficaci

Prenderà il via il prossimo luglio il processo per quattro morti sospette verificatesi cinque anni fa all’ospedale San Giuseppe Isili di Cagliari. Il Giudice per le indagini preliminari ha infatti stabilito il rinvio a giudizio per i due medici indagati. Si tratta, rispettivamente del direttore sanitario della struttura e del primario del reparto di medicina.
Il reato contesto ai professionisti è l’omicidio colposo plurimo. Secondo l’ipotesi accusatoria, i camici bianchi sarebbero responsabili di quattro decessi causati da un batterio killer. In particolare, i pazienti sarebbero stati colti da “sepsi con insufficienza cardiocircolatoria e gravi squilibri idroelettrici in un quadro infettivo iniziale di colite sostenuto da Clostridium difficile”.

In base a quanto sostenuto dal pm, gli indagati non avrebbero messo in atto, al manifestarsi del primo caso, alcun efficace controllo, ritardando la comunicazione agli organi superiori.

Il direttore sanitario – come riporta l’Unione Sarda –  non avrebbe “predisposto alcun protocollo d’intervento” né “regole scritte e raccomandazioni interne o linee guida aziendali” che garantissero “la migliore prevenzione” contro “la diffusione di infezioni”. Il primario, invece, non avrebbe effettuato un’efficace campagna di prevenzione della diffusione del batterio” con la “tempestiva definizione dei casi insorti, l’individuazione rapida dei casi sospetti e l’attuazione delle misure di isolamento da contatto per sanitari e pazienti”.
I medici, quindi avrebbero agito con negligenza, imperizia e imprudenza”, mancando di osservare “le linee guida e le buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica”. Notificato, dunque, l’avviso di conclusione delle indagini. In estate l’apertura del processo, in cui si sono costituite parte civile i parenti delle vittime.
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