Secondo il Tribunale di Agrigento sono innocenti i due sanitari accusati di omicidio colposo per la morte di un 19enne deceduto nel 2012: il fatto non sussiste.

Non ci sono colpevoli per la morte di Enzo Rigoli, il giovane di 19 anni morto per shock emorragico nel dicembre del 2012.

Per il suo decesso erano stati accusati di omicidio colposo l’ex primario del reparto di Chirurgia dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento e un medico dello stesso reparto.

Entrambi sono stati assolti “perché il fatto non sussiste” dal giudice monocratico Maria Alessandra Tedde del Tribunale di Agrigento che ha emesso la sentenza.

Secondo il giudice, il diciannovenne Enzo Rigoli, morto per shock emorragico, non perse la vita a causa di presunte negligenze dei medici, ma per i gravi traumi subiti nell’incidente stradale che lo aveva visto coinvolto poche ore prima. Traumi talmente profondi che non gli avrebbero lasciato possibilità di sopravvivenza, a prescindere dall’operato dei medici.

All’ex primario del reparto di Chirurgia dell’ospedale San Giovanni di Dio veniva contestato di essere arrivato in sala operatoria due ore dopo essere stato chiamato.

Il primario, residente a Gela, in aula si è giustificato per il ritardo con il quale sarebbe arrivato dando la colpa al maltempo.

Quanto al secondo medico, per l’accusa avrebbe dovuto intervenire chirurgicamente per tamponare l’emorragia in attesa del primario.

Il pubblico ministero Manuela Sajeva aveva concluso la requisitoria chiedendo la condanna di entrambi gli imputati.

La pena chiesta dall’accusa era di 4 anni di reclusione per il secondo medico (cui era stata proposta anche la pena accessoria della sospensione dall’esercizio della professione) e di due anni e sei mesi per il primario.

Ma per nessuno dei due l’accusa aveva parlato di concessione di attenuanti generiche.

Tuttavia, il medico legale Dino Maria Tancredi e il chirurgo Innocenzo Bertoldi, lunedì mattina, hanno illustrato in aula le loro conclusioni lasciando alcuni dubbi.

Troppo pochi, comunque, per emettere una sentenza di condanna a carico dei due sanitari.

“La condotta professionale dei medici – affermano i periti nominati dal giudice Maria Alessandra Tedde – non è certamente condivisibile e un trattamento ottimale avrebbe aumentato le possibilità di sopravvivenza ma forse in maniera non decisiva”.

Inizialmente erano indagati per omicidio colposo altri 4 medici, ma le loro posizioni sono state poi archiviate.

 

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