Si chiude la vicenda riguardante il caso di una bimba nata cieca e tetraplegica a Rovigo. La famiglia ha ottenuto un risarcimento da quasi 5 milioni di euro

Quasi cinque milioni di risarcimento: è questa la somma che l’azienda sanitaria di Rovigo e due ginecologhe dovranno corrispondere alla famiglia di una bimba nata cieca e tetraplegica nel 2008.

Il denaro servirà alla famiglia della piccola, residente a Ravenna, per pagare l’assistenza 24 ore su 24 alla figlia.

La piccola, che oggi ha quasi dieci anni, nata tetraplegica e cieca, aveva riportato lesioni gravissime durante il parto.

Secondo l’accusa, la mamma avrebbe dovuto essere sottoposta al taglio cesareo e anche il medico di famiglia si era espresso in merito, consigliando il cesareo per pregresse patologie.

Tuttavia, in ospedale, i sanitari si sarebbero mossi con ritardo e dopo un travaglio lungo 15 ore, la piccola era nata con gravi menomazioni.

Era rimasta ben 4 ore senza ossigeno.

Dopo dieci anni dal parto avvenuto il 3 dicembre del 2008, la Corte di Appello di Venezia ha condannato Ulss e ginecologhe a pagare 4 milioni e 693.000 euro di risarcimento.

La sentenza ora potrà essere appellata ma è immediatamente esecutiva.

Gli oltre quattro milioni – a cui si aggiungono altri 402.000 euro di risarcimento per la madre della bambina – saranno necessari alla famiglia per far fronte agli ingenti esborsi per garantire alla figlia assistenza 24 ore su 24.

“Siamo soddisfatti dopo 10 anni di poter continuare a curare come si deve nostra figlia e di poter acquistare una casa adatta alle sue esigenze”, hanno dichiarato i genitori della bambina. Il primo grado del processo penale per lesioni colpose si era concluso a gennaio del 2016 a Rovigo con l’assoluzione delle due ginecologhe sotto accusa.

Poi però, il 15 marzo scorso, la Corte d’Appello di Venezia aveva ribaltato il giudizio ritenendo le ginecologhe responsabili delle lesioni colpose. Quindi, malgrado la loro fedina penale sia rimasta pulita, a motivo della prescrizione del reato, la Corte però aveva condannato i due medici e l’azienda a risarcire i danni alla bimba, da liquidare in sede civile.

 

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