Secondo il Comitato diritti umani delle Nazioni Unite nel nostro Paese troppi medici obiettori e numero elevato di aborti clandestini

L’allarme arriva direttamente dalla Nazioni Unite. Il Comitato diritti umani dell’Onu, nelle sue ‘osservazioni conclusive’ del 2017 sul nostro Paese, evidenzia “un numero significativo di aborti clandestini”. Un fenomeno che sarebbe dovuto alla difficoltà di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza, regolata dalla legge 194, a causa “dell’elevato numero di medici” obiettori “che rifiutano di praticare aborti per ragioni di coscienza”.
L’Italia, si legge nel documento, “dovrebbe adottare le misure necessarie per garantire un accesso tempestivo e senza ostacoli ai servizi di aborto legale sul suo territorio, e stabilire anche punti di riferimento effettivi per le donne in cerca di strutture” in grado di garantire il servizio.
Le conclusioni dell’Onu alimentano nuovamente il dibattito che si era aperto dopo il concorso dell’Ospedale San Camillo di Roma, indetto per assumere due medici appositamente preposti all’esecuzione delle interruzioni volontarie di gravidanza.
Il Rapporto dell’organismo delle Nazioni Unite affronta, fra le varie questioni, anche quelle riguardanti i diritti delle coppie dello stesso sesso: “L’Italia – raccomanda il Consiglio per i diritti umani dell’Onu – dovrebbe considerare la possibilità di permettere” loro “di adottare bambini, compresi i figli biologici del partner, e assicurare ai bambini che vivono in famiglie omosessuali la stessa tutela legale di quelli che vivono in famiglie etero”.
Il Comitato, inoltre, sottolinea alcune lacune della legge sulle unioni civili, varata nel 2016, raccomandando. Al riguardo, che andrebbe garantito “lo stesso accesso alle tecniche di fecondazione in vitro per le coppie omosessuali”.

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