Un radiologo è agli arresti con accuse choc, operava cani nello stesso ambulatorio dei pazienti ed era coinvolto in numerose altre attività illecite

Operava cani nello stesso ambulatorio dei pazienti. È questa la scioccante accusa per un radiologo dell’ospedale di Massa Carrara. Il professionista aveva anche uno studio privato a Marina di Carrara, insieme a un altro dottore.
Qui riceveva e sempre qui operava cani nello stesso ambulatorio dei pazienti
Protagonista di questa storia, è un professionista che si trova attualmente in carcere da venerdì.

Martedì la Procura della Repubblica di Massa ha raccontato l’esito dell’inchiesta avviata 8 mesi fa grazie a una segnalazione dell’Asl.

Due gli episodi contestati, in particolare. Il primo riguarda il caso di una cagnetta rubata da due sinti nella campagna vicino a Firenze.
Il medico che operava cani nello stesso ambulatorio dei pazienti, avrebbe dovuto estrarre il microchip originale per metterne uno falso. Così i due sinti avrebbero potuto vendere l’animale senza impedimenti.
Per scongiurare il fatto, la Polizia veterinaria ha atteso i due sinti con la cagnetta vicino allo studio medico. Li ha bloccati prima che entrassero evitando l’operazione. Non solo. Si è poi appresa che il cane rubato era anche incinta.
Ora il cane è stato restituito ai legittimi proprietari. Ma non è andata così bene, invece, a una seconda cagnetta, anche questa da tartufi. Lei è stata sicuramente operata e lo testimoniano i segni. Ma senza il microchip originale non c’è modo di risalire al padrone. La sua foto sarà postata nel sito del Ministero dell’Interno accanto a quelle dei monili d’oro, dei rolex e delle pietre preziose che i due sinti avevano in casa.

I due rubavano e poi davano tutto al radiologo che, oltre a fare il medico e il veterinario, faceva anche il ricettatore.

Vale a dire che vendeva la refurtiva ad alcuni gioiellieri amici. Ancora da chiarire se gli acquirenti fossero a conoscenza del fatto che i gioielli erano rubati.
E non è finita qui.
Il dottore si era anche improvvisato esperto in cure dimagranti. Fino ad arrivare al punto di spacciare come pillole dimagranti farmaci salvavita e antitumorali.
Il dotto acquistava le medicine in farmacia a Massa e a Carrara, gettava via il bugiardino e metteva le pillole in una piccola anfora di vetro. Ai pazienti diceva che erano prodotti speciali, fabbricati all’estero, la cui vendita in Italia non era ancora consentita.
Chiaramente questo faceva lievitare i prezzi. Si andava da 100 a 180 euro per ogni confezione. Lui, invece, aveva speso 5 o 10 euro.

Senza contare che non ha mai avvertito gli ignari pazienti che ogni medicina aveva effetti collaterali che potevano essere molto gravi.

Come se questo non bastasse, il medico redigeva certificati medici comprovanti patologie del tutto inesistenti. Sia per i due sinti che, si presume, per altri criminali.
Certificati che servivano a ottenere benefici e che ovviamente non firmava lui. Falsificava la firma dei colleghi, gli stessi che spesso e volentieri dovevano sostituirlo, dato che – tra le altre cose – era anche un assenteista impenitente.
 
 
 
Leggi anche:
GARZA DIMENTICATA NEL PAZIENTE, DUE MEDICI E UN’INFERMIERA CONDANNATI

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui