Vittima dell’errore chirurgico una donna del salernitano che pochi giorni dopo l’intervento ha scoperto, togliendosi le bende davanti allo specchio di avere due seni di dimensioni diverse

Ammonta a 200mila euro la cifra chiesta tramite il suo legale da una donna campana, vittima, a suo dire, di un disastroso intervento di chirurgia estetica presso una clinica privata del salernitano. La donna, circa dieci mesi fa, dopo averci pensato a lungo, con l’appoggio del marito e il parere rassicurante dei medici, decide di sottoporsi a un’operazione al seno, ma appena esce dalla sala operatoria, avverte che qualcosa non va.

Al momento di togliersi le bende le sue sensazioni, purtroppo, si rivelano fondate. Di fronte allo specchio la donna si accorge che i due seni non sono delle stesse dimensioni e per giunta neppure alla stessa altezza. Arrabbiatissima si reca dal chirurgo che l’ha operata il quale giustifica l’accaduto con un errore nell’invio delle protesi, che risultano diverse per marca e dimensioni. Il medico le offre un intervento ‘riparatore’ ma la malcapitata rifiuta decidendo di rivolgersi a un avvocato.

Ulteriori accertamenti, peraltro, evidenziano altri danni, tra cui, in primis l’impossibilità di allattare. Il fascicolo ricostruito dal legale risulta molto corposo, grazie anche alla perizia medico legale cui si sottopone la sua assistita. Carte alla mano l’avvocato ha provveduto ad avanzare la richiesta di risarcimento, depositata nei giorni scorsi presso il Tribunale di Salerno. Nella causa si costituisce anche il marito della signora, in quanto parte lesa per l’errore chirurgico ai danni della moglie.

Il giudice ha invitato le parti a tentare una mediazione, come previsto dalla legge, ma l’ipotesi che la vicenda si risolva attraverso tale procedura sembra lontana, anche perché la donna sembra intenzionata a proseguire la sua battaglia senza indietreggiare di un passo da una richiesta che per il suo avvocato non è affatto esagerata, bensì in linea con i parametri di una giurisprudenza consolidata. Non c’è desiderio di vendetta ma voglia di giustizia, spiega il legale sulle pagine del quotidiano Il Mattino. La paziente vuole evitare che altre donne vivano il suo stesso calvario.

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