Per Anaao Assomed l’Italia rischia una procedura di infrazione per l’inapplicazione corretta della normativa europea

La Commissione Europea ha inviato alle autorità italiane una richiesta di chiarimenti in relazione all’applicazione dell’orario di lavoro del personale sanitario, chiedendo “di essere informata sull’attuazione della direttiva nel settore sanitario in tutto il territorio italiano”. Lo afferma Anaao Assomed, l’Associazione dei medici e dirigenti del sistema sanitario nazionale, che, in merito alla questione, aveva sollecitato l’intervento dell’Istituzione europea assieme alla Fems, Federazione dei medici europei.

Per Annao, infatti, il nostro Paese fatica ad adeguare l’orario di lavoro alla normativa europea e i modelli di organizzazione in varie realtà ospedaliere disattendono, in modo eclatante, l’applicazione della legge entrata in vigore il 25 novembre 2015 sulla durata del riposo minimo giornaliero e sul tempo di lavoro massimo settimanale.

Nello specifico, nella lettera della Commissione si richiedono informazioni rispetto al rapporto tra riposi, guardie e reperibilità, alla durata massima settimanale dell’orario di lavoro e al periodo di riferimento in cui effettuare il calcolo medio, alla modalità di calcolo delle ore di lavoro prestate in libera professione a favore dell’Azienda sanitaria.

La Commissione inoltre ha chiesto chiarimenti anche in merito alla Legge regionale della Basilicata n. 53/2015 che, sempre secondo Anaao ha introdotto illegittimamente alcune deroghe alla normativa europea e alla legislazione italiana, essendo la materia demandata esclusivamente alla contrattazione nazionale.

La corretta applicazione delle normativa europea è una questione delicata, sottolinea Anaao, che rischia di costare all’Italia una nuova procedura di infrazione; La Repubblica Italiana è stata già deferita nel 2014 dalla Commissione alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e per evitare il procedimento giurisdizionale è stato approvato l’articolo 14 della Legge 30 ottobre 161/2014 con il quale si è sanata la lesione del diritto dell’Unione Europea contestato, ottenendo l’archiviazione del procedimento nel gennaio 2015. “Senza l’assunzione da parte delle Regioni di almeno seimila medici per coprire le carenze di dotazione organica che attualmente impediscono una corretta applicazione della normativa europea – si legge in una nota diffusa dall’Associazione – e senza un confronto in sede contrattuale, come previsto dall’articolo 14 comma 3 della Legge 161/2014, per disciplinare le eventuali deroghe al riposo giornaliero, il rischio che il procedimento di infrazione venga riavviato è elevatissimo. Non solo, di fronte ad una diffusa e persistente disapplicazione della normativa europea in materia di organizzazione del lavoro, sarà inevitabile aprire il contenzioso anche presso le Direzioni Territoriali del Lavoro”.

L’Anaao Assomed chiede al Governo italiano di farsi garante di una corretta applicazione della normativa europea, impedendo atteggiamenti elusivi da parte delle Regioni e favorendo l’unica soluzione affinché le richieste della Commissione Europea siano rispettate e la sicurezza delle cure garantita: avviare una nuova stagione di assunzioni in sanità.

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