È arrivato il via libera della giunta comunale all’accordo per il Parco della Salute, ma l’ Ospedale Regina Margherita chiuderà

Sembra ormai tutto deciso per l’ospedale Regina Margherita di Torino. Il nosocomio, infatti, tra sei anni verrà abbattuto.
“La proprietà – spiega il vicesindaco Guido Montanari, che ieri ha portato nella riunione di giunta l’accordo di programma raggiunto con Regione e Università sul futuro Parco della Salute – è dell’Università e l’area deve essere valorizzata con le stesse percentuali degli altri siti”.

Tra il 2023 e il 2024, quando l’ospedale Regina Margherita infantile verrà progressivamente trasferito nel Parco della Salute, la struttura, che non è vincolata, dovrebbe essere demolita per far spazio ad altro.

Nello specifico, residenze per un minimo 30 per cento, di cui 15 social housing e 15 studentati universitari. Ma anche attività di servizi alle persone (20 per cento) e attrezzature di interesse generale (massimo 50 per cento). S
Un’area enorme, di oltre 44 mila metri quadri che “non è tutta dell’Università – sottolinea Gian Palo Zanetta, direttore della Città della Salute – perché una parte è del demanio”.
Stesso discorso per il San’Anna. “Una parte – ammette Zanetta – è nostra, l’altra di nuovo del demanio. Abbiamo dato mandato di ricostruire la proprietà di tutte le aree”.
Il vicesindaco Montanari ha dichiarato che rispetto all’assetto attuale rimarrà operativo il Cto, mentre gli ospedali Molinette “storico”, Sant’Anna e Regina Margherita saranno trasferiti nel complesso vicino a quello della Regione.
Il complesso Molinette, invece, verrà riutilizzato, così come il Sant’Anna, con le stesse percentuali previste per le aree dell’Ospedale Regina Margherita.
Un aspetto importante riguarderà la conservazione della parte storica della Molinette “riportandola alla sua connotazione originale”, sottolinea Montanari.
Attività commerciali, verde, studentati saranno al centro del progetto. “Per l’area Bacigalupo spiega il vicesindaco – si pensa di poterla utilizzare come area polmone nelle fasi di trasformazione per poi tornare a servizi una volta terminata l’opera”.
Soddisfazione è stata espressa dal Comune.
“Il Parco della Salute – prosegue Montanari – è un’operazione di grande portata urbanistica. La nostra preoccupazione era che in un’opera così complessa si abbandonasse un pezzo di Torino. Per questo abbiamo messo dei paletti e abbiamo voluto vincolare la trasformazione alle prospettive di riutilizzo dell’attuale area del distretto ospedaliero”.

Ma quanto costerà il Parco della Salute?

Il costo complessivo è di 568 milioni, ottenuto attraverso un partenariato con i privati a cui sarà chiesto un investimento di 306 milioni. Lo Stato metterà 250 milioni e la Regione 12 milioni e mezzo.
Quanto agli altri fondi, saranno reperiti in partenariato pubblico-privato.
Nel progetto è inserita anche la realizzazione di una stazione ponte per collegare il terminal Lingotto. Struttura che però, al momento, non è finanziata.
Entro 30 giorni si arriverà alla firma dell’accordo di programma tra Regione, Comune, Città della Salute, Università e Fs.
Solo a quel punto verrà bandito il concorso internazionale per la realizzazione del masterplan. “Si può ipotizzare – conclude il vicesindaco – che si arrivi a un progetto di fattibilità entro fine 2019”.
E, secondo le previsioni del vicesindaco, i lavori potrebbero iniziare tra il 2020 e il 2021.
 
 
 
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