Speranza: sciolti i nodi fondamentali per il nuovo patto per la salute 2019/2021; Anelli: urgente colmare carenza di specialisti

“Una bella notizia. Sciolti i nodi fondamentali per il nuovo patto per la salute 2019/2021 dopo l’incontro tra Ministero della Salute, Mef e Regioni”. Così il Ministro della Salute, Roberto Speranza ha annunciato nei giorni scorsi, il raggiungimento della “quadra” sull’accordo finanziario programmatico tra Governo e Regioni che viene rinnovato ogni tre anni con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi, promuovere l’appropriatezza delle prestazioni  e garantire l’unitarietà del sistema. Il testo sarà inviato la prossima settimana in Commissione Salute  e in Conferenza Stato Regioni.  

“Ha ragione il Ministro Speranza”, commenta il presidente della della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO), Filippo Anelli. L’accordo, “che vede triplicati i fondi per le assunzioni di medici e infermieri, è veramente una bella notizia. È un passo importante a sostegno del nostro Servizio Sanitario Nazionale che, come sempre ricorda lo stesso Ministro, si poggia sul capitale umano, costituito dai suoi professionisti”.

Tra i punti essenziali del testo, oltre all’aumento del fondo sanitario nazionale, figurano gli investimenti sul personale: i fondi regionali potranno passare dal 5% della spesa sanitaria al 15%.

“È urgente – aggiunge Anelli – colmare la grave carenza dei medici specialisti e degli altri professionisti sanitari. I medici continuano infatti ad assicurare l’assistenza pur in una condizione emergenziale di carenza di organico, e ben oltre il dovuto. Secondo l’Anaao-Assomed, l’associazione dei Medici dirigenti, sono quindici milioni le ore di straordinario che i medici dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale effettuano ogni anno oltre il tetto massimo, e che non vengono quindi retribuite. Una disponibilità, quella dei medici, frutto della dedizione ai pazienti e della passione per la Professione, che però non può diventare atto dovuto, sul quale far conto, senza nessun riconoscimento, per sostenere il sistema”.

“Ora – continua il vertice FNOMCeO – speriamo che si riescano a trovare risorse per sostenere le politiche già avviate dal Ministro, investendo anche sul territorio e permettendo ai medici di medicina generale di poter lavorare insieme agli infermieri di famiglia”.

“E questo per sfruttare al massimo le opportunità offerte dalla diagnostica strumentale, sulla quale il Governo ha scelto di puntare nella Legge di Bilancio, offrendo così la migliore assistenza ai cittadini”.

“Un Paese moderno, con un servizio sanitario efficiente e aderente ai bisogni di salute dei cittadini, non può infatti non fare i conti con l’attuale panorama, che prevede una gestione attenta della cronicità. Gestione – conclude – che non può che essere condotta principalmente sul territorio, e cioè accanto al cittadino, e con un lavoro di equipe multidisciplinare, che veda i diversi professionisti lavorare insieme in modo sinergico, ognuno per le proprie competenze”.

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