Placche pleuriche e asbestosi, risarcito ex operaio livornese

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Riconosciuto l’indennizzo a un ex lavoratore che ha contratto placche pleuriche e asbetosi in seguito all’esposizione di origine professionale a polveri e fibre di amianto

Ha lavorato per 30 anni per più di 8 ore al giorno in continuo contatto con fibre di amianto, contraendo asbestosi e placche pleuriche. E’ quanto accaduto a un lavoratore che, tra il 1971 e il 2001, ha prestato servizio presso i cantieri navali del livornese ricoprendo varie mansioni:  aiuto montatore scafo, aiuto falegname, pompiere, carpentiere in ferro e  maestro d’ascia.

Le patologie contratte – sottolinea l’Osservatorio Nazionale Amianto, che ha assistito la vittima – sono molto invalidanti. Riescono a rendere difficile il compimento di qualsiasi tipo di azione, dalle più semplici a quelle che richiedono un maggiore sforzo fisico. Esse influenzano anche lo stato psichico del paziente.

L’uomo, proprio in considerazione del quadro psico-fisico alterato dalle malattie contratte, aveva chiesto il riconoscimento del danno subito nonché il riconoscimento del diritto alla liquidazione della prestazione aggiuntiva di cui al Fondo Vittime Amianto.

Il Fondo, istituito con la legge n. 244/2007, consiste in una prestazione economica che si aggiunge alla rendita INAIL.

Ne hanno diritto coloro ai quali è stata riconosciuta la malattia professionale e i familiari, compreso il coniuge, titolare di rendita di reversibilità.

L’Inail, in un primo momento, aveva rigettato la richiesta. Di qui la decisione dell’ex operaio di agire in giudizio contro l’Ente pubblico. A conclusione del procedimento il Tribunale del capoluogo di provincia toscano, sezione lavoro, ha dato ragione al lavoratore riconoscendogli l’indennizzo.

Decisive in tal senso le risultanze della CTU medico-legale. La perizia ha infatti attestato i danni biologici e psicologici subiti in seguito all’esposizione di origine professionale a polveri e fibre di amianto.

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