I sanitari, in servizio presso l’Ospedale di Alcamo in Sicilia, sono accusati di aver causato, con una diagnosi non corretta, un ritardo decisivo nel trattamento di una paziente poi deceduta

Potrebbe essere morta a causa di una diagnosi non corretta da parte del personale sanitario che l’aveva in cura. La donna, 39enne madre di una bambina, a inizio 2017 si era recata sia presso la Guardia medica sia presso il Pronto soccorso dell’Ospedale di Alcamo, in provincia di Trapani. Accusava un forte mal di testa.

I medici le avrebbero diagnosticato una cefalea, impedendo in tal modo, secondo l’ipotesi accusatoria, la possibilità di ulteriori accertamenti diagnostici. Una tac o una risonanza avrebbero consentito di individuare tempestivamente la patologia di idrocefalo acuto da cui era affetta la paziente.

Invece, tali esami non vennero svolti, e  pertanto si sarebbe determinato un ritardo, rivelatosi poi fatale, nella prescrizione e somministrazione del trattamento terapeutico più adeguato. Quando i sanitari si resero conto della gravità della situazione venne disposto il trasferimento in ambulanza all’Ospedale Villa Sofia di Palermo.

Ma le condizioni della donna, a quel punto, sarebbero state già irrimediabilmente compromesse.

Anche la scelta del mezzo avrebbe contribuito ad accumulare ritardi. Sarebbe stato preferibile, per l’accusa, l’impiego dell’elisoccorso.

Sulla base di tali elementi il Gup di Trapani, a conclusione dell’udienza preliminare, ha decretato il rinvio delle quattro persone iscritte nel registro degli indagati della Procura.  Si tratta di due medici e due infermieri che si presero cura della donna nelle ore precedenti il decesso.

Il primo trattamento sarebbe stato praticato con oltre 13 ore di ritardo, “cagionando un aggravamento irreversibile delle condizioni cliniche e, quindi la morte”. E’ quanto riportato nel capo di imputazione dei sanitari, che dovranno quindi affrontare un processo per omicidio colposo.

Il dibattimento, davanti al giudice monocratico del Tribunale del capoluogo di provincia siciliano si aprirà il prossimo settembre.  Tra i soggetti costituitisi parte civile nel procedimento figurano il marito, la figlia e la sorella della vittima.

 

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