Si celebra oggi la Giornata Mondiale della Prematurità; in Italia in nati pretermine rappresentano il 7% del totale

Il 7% del totale dei nati in Italia, circa 32.000 all’anno, sono pretermine, cioè vengono al mondo prima della 37a settimana di età gestazionale. Questi bambini – sottolinea la Società Italiana di Neonatologia – rappresentano una grande sfida per la neonatologia e per la società. La prematurità, infatti, è una malattia spesso grave e la sopravvivenza è un successo che non si deve dare per scontato.

Si tratta di bambini che nascono immaturi nei vari organi (polmoni, cervello, intestino, cuore), tanto più gravi quanto più il parto avviene in anticipo. Sono fragili ma, allo stesso tempo – rimarca la SIN in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità che si celebra oggi – sono dei grandi “guerrieri”.

Proprio pochi giorni fa l’Istituto superiore di sanità (ISS) ha presentato la prima indagine nazionale sul follow-up del neonato pretermine.

I dati, raccolti grazie alla collaborazione tra ISS, SIN e Società Italiana di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), rivelano un quadro complessivo di follow-up neonatale positivo e consolidato nel nostro Paese. Nonostante la carenza di indicazioni specifiche regionali e nazionali, infatti nell’85% delle Terapia intensive neonatali (TIN) si riesce a seguire più di 50 bambini ad alto grado di complessità all’anno. Il follow-up, inoltre  risulta essere garantito nella maggior parte dei Centri Italiani fino ai 2-3 anni di vita.

E’ importante però considerare – evidenzia ancora la SIN – che i neonati prematuri sono ad elevato rischio di esiti a distanza (neurosensoriali, cognitivi, respiratori). Pertanto è necessario un attento monitoraggio dello sviluppo attraverso specifici protocolli di follow-up. Attualmente, solo il 22% delle TIN riesce a prolungarlo fino all’ingresso del bambino a scuola mentre risulta fondamentale assicurare ai bambini nati prematuri continuità assistenziale ed accertamenti ripetuti nel tempo fino all’età scolare.

Un’altra area di criticità è rappresentata poi dalla strutturazione di un network stabile tra servizi di follow up e con gli altri servizi e professionisti che entrano nel percorso di presa in carico dei bambini che manifestano conseguenze dalla nascita prematura.

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