TARANTO – Dieci mesi di reclusione: tanto ha chiesto il procuratore aggiunto di Taranto Pietro Argentino per l’avvocato Donato Perrini, per violazione del segreto d’ufficio, primo legale dell’ex assessore provinciale all’ambiente Michele Conserva (a sua volta accusato di concussione).

Secondo l’accusa, il 26 marzo 2010 l’ex responsabile delle relazioni istituzionali dell’Ilva Girolamo Archinà consegnò a Liberti (docente universitario incaricato dalla procura di valutare le emissioni Ilva), in una stazione di servizio della A14 ad Acquaviva delle Fonti (Bari), una busta con 10mila euro in contanti con l’obiettivo di falsificare il contenuto di una consulenza tecnica affidatagli dalla Procura sulle emissioni di diossina.

E ci sarebbe come testimone un’addetta al bar della stazione di servizio. La difesa di Archinà ha sempre sostenuto che in quella busta ci fossero solo documenti, mentre i 10mila euro fatti prelevare dalle casse dell’Ilva sarebbero stati donati alla Curia arcivescovile di Taranto. Prossima udienza il 12 maggio prossimo.

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