Secondo un monitoraggio civico condotto da Cittadinanzattiva e Simeu, persiste un uso non appropriato dei Pronto soccorso del Lazio da parte dei cittadini

Nei Pronto soccorso del Lazio, la media dei tempi di attesa è pari a 51 minuti per un codice giallo, 88 per un codice verde e 141 minuti per un codice bianco. Tuttavia, si arriva anche a casi limite rispettivamente di 3 ore, 3 ore e mezza e 6 ore. E’ quanto emerge da un monitoraggio civico realizzato da Cittadinanzattiva Lazio e Simeu, che ha interessato 23 strutture di emergenza ed urgenza, suddivise fra pronto soccorso (4), DEA di I livello (14) e DEA di II livello (5).

L’indagine evidenzia come persista un uso non appropriato del pronto soccorso da parte dei cittadini, come dimostrano i dati relativi ai codici di accesso: il 66% sono codici verdi, il 27% codici gialli, il 4% rossi e quasi il 3% bianchi.

Nei Pronto soccorso i familiari in generale devono attendere nelle stesse sale dei pazienti. Mancano poi spazi di attesa dedicati ai bambini nei tre quarti dei casi, previsti invece nel 100% dei DEA di secondo livello.

Solo il 30% dei responsabili dei servizi di emergenza urgenza considera adeguato il funzionamento delle rete con i servizi sul territorio. Oltre la metà invece lo considera insufficiente.

Per Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio sono tre gli aspetti fondamentali su cui occorre agire per migliorare questo servizio di fondamentale importanza: “incrementare il personale sanitario, lavorare per una maggiore integrazione tra servizi di emergenza-urgenza e territorio, e rafforzare il territorio”.

“Risulta evidente – prosegue – che, accanto a investimenti di carattere tecnologico e all’innovazione di nuovi strumenti di gestione, il primo e prioritario intervento riguarda l’area del personale sanitario quanto a numero di medici (e operatori sanitari) da impiegare in questo fondamentale servizio. Quello che fotografiamo oggi è il segnale chiarissimo di una difficoltà di accesso ai servizi territoriali, un uso in alcuni casi improprio al Pronto Soccorso, un’incapacità a fare da filtro in modo efficace per una serie di situazioni che potrebbero/dovrebbero essere gestite in altri luoghi”.

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