Gli esperti del Ministero dovranno accertare i fatti. Ma la Regione chiarisce e assicura: i tempi delle urgenze Tac sono stati rispettati
“Quando a chiedere l’esecuzione di una prestazione diagnostica è una persona affetta da malattia oncologica, tale richiesta assume caratteristiche di urgenza e i tempi di attesa devono essere ragionevoli, dunque brevissimi”. Sono queste le ragioni che hanno spinto il Ministero della Salute a istituire una task force che approfondisca il caso della Santina Geusa, una malata oncologica, che – secondo ricostruzioni giornalistiche – sarebbe stata costretta ad aspettare 18 mesi per una tac.
Sulla vicenda, dunque, saranno chiamati a indagare Carabinieri del Nas, esperti di Agenas e tecnici nominati da Ministero e Regioni che, una volta acquisiti tutti gli elementi, dovranno accertare i fatti.
“La circostanza che, solo dopo le insistenze della paziente, secondo quanto da lei stessa dichiarato, l’esame sia stato fissato e infine eseguito l’8 marzo scorso, non rende meno urgente un’istruttoria rigorosa che faccia piena luce sul caso” ha puntualizzato il ministero.
Sui fatti, però, la Regione Puglia ha già comunicato la sua versione: “Sul caso la Direzione Generale della Asl Lecce e la Regione Puglia – si legge su un comunicato della stessa regione – hanno già relazionato allo stesso Ministero della Salute, specificando che i tempi di urgenza per l’esecuzione di esami diagnostici su pazienti oncologici vengono sempre rispettati. Nel caso specifico, la donna affetta da patologia oncologica ha fatto richiesta di tac addome con mezzo di contrasto il 22 febbraio: le date disponibili erano 19 aprile e 20 aprile in strutture private convenzionate, 3 giugno presso il Poliambulatorio di Campi Salentina, il 30 giugno all’ospedale di Copertino e 20 ottobre 2017 all’ospedale Vito Fazzi di Lecce”.
La Regione ha anche chiarito che i tempi lunghi di attesa dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce “sono dovuti al fatto che, in quanto struttura di II livello, deve rispondere alle esigenze di emergenza-urgenza e alle richieste per i pazienti interni, ricoverati in ospedale. La paziente in questione ha accettato solo la data del 20 ottobre 2017, sulla scorta di un riferito e non approfondito episodio allergico, non considerando che, tra le date e le strutture disponibili, c’era anche l’ospedale di Copertino dove viene garantita h24 la presenza dell’anestesista.
E comunque, la paziente è tornata in ospedale il 4 marzo e ha discusso il suo caso particolare con il direttore dell’Unità operativa di Radiologia che ha preso in carico la paziente facendole eseguire una risonanza magnetica (al posto della Tac, proprio per il riferito caso allergico) il giorno 8 marzo”.
“Dunque da quanto riferito sull’accaduto dalla Direzione della Asl di Lecce e considerando le date utili per l’esecuzione dell’esame, i tempi di attesa su casi urgenti vengono rispettati – dice Giovanni Gorgoni, Direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia – la comunicazione da parte del medico prescrittore della urgenza diagnostica attiva corsie di prenotazione diverse rispetto a quelle per i casi differibili o per i quali sono previsti i tempi brevi, così come stabilito da normativa nazionale. Per gli oncologici e per i casi particolari, la prenotazione dovrebbe avvenire con il supporto dei servizi che hanno in cura il paziente, poiché sono loro a conoscere esigenze e problematiche specifiche”.