Quali danni vanno risarciti per questa morte? Si tratta di un sinistro stradale dove la compagnia vorrebbe liquidare all’unico erede (nipote) del sig. X, investito sulle strisce pedonali, circa tremila euro! Cifra simbolica per tanti motivi.

Comunque analizziamo il caso.
Si trattava di un paziente di 86 anni, che il 16 luglio 2016 veniva ricoverato presso la Rianimazione di Pa. a causa di grave politrauma per investimento stradale.
Il 25 luglio veniva trasferito presso la Rianimazione di Ca. per competenza territoriale, e in data 1 agosto 2016 presso la geriatria della stessa struttura.
Qui rimane fino al giorno 8 agosto 2016, quindi viene nuovamente trasferito presso la LD di Ca.
A giudicare dalla cartella clinica, nella prima settimana di ricovero in quest’ultima struttura il paziente era in condizioni discrete, o se non altro stabili, tanto da richiedere FKT (nota della cartella della LD in data 8.8.2016). Tra l’altro il paziente era in terapia digitalica (già iniziata a Padova) per FAC ad elevata risposta ventricolare.
Non risultano note di particolare allarme nei giorni successivi, anche se non apposte quotidianamente; alle ore 08.00 del 16 agosto il paziente presenta improvvisa desaturazione grave (50%), rumori polmonari (non capisco dalla pessima grafia se rumori secchi o sibili); alle 22.20 il paziente muore.

Considerazioni:

1) dato l’improvviso quadro di desaturazione e dispnea, potrebbe essersi trattato di embolia polmonare, ma in tal caso non risulta che il paziente fosse in profilassi anticoagulante con eparina;
2) dal diario medico non si capisce cosa sia stato fatto dalle 08.00 alle 22.20, salvo infusione al mattino di Solumedrol; anche dal diario infermieristico non risultano presi provvedimenti particolari (ad esempio, ECG, RX torace, TAC torace, intervento del rianimatore sia al mattino che la sera, ecc). In altri termini, almeno a giudicare dalla cartella sembra che a fronte di un episodio di grave desaturazione in un paziente anziano fibrillante e reduce da un grave politrauma non vi sia stata durante la giornata del 16 agosto un’assidua verifica delle condizioni generali, con relativa registrazione dei parametri vitali e delle condizioni generali e cardio respiratorie.

Fatte queste considerazioni si apprende quanto segue:

1) Il paziente è stato ricoverato per un grande politrauma fratturativo e questo evento comporta di per sé una massima sofferenza fisica e morale che va oltre la semplice valutazione economica della giornata di ITA, ma va parametrata alla massima sofferenza fisica e per cui il valore dei circa 100€ giornalieri vanno moltiplicati almeno per cinque se non per dieci volte;
2) Il giorno del decesso, alle ore 08.00 circa, il soggetto subisce un peggioramento dell’apparato cardiocircolatorio con grave desaturazione e grave dispnea che lo porta al decesso circa 14 ore dopo. Ergo, il paziente ha coscientemente vissuto la tragedia del sopraggiungere della morte patendo una sofferenza agonica propria di quelle ore.
3) Le 14 ore rappresentano certamente un apprezzabile lasso di tempo giuridicamente adatto ad essere risarcito.
In conclusione i 3000€ offerti dalla compagnia di assicurazione sono un confettino amaro che lasceremo mangiare a loro con la speranza che provochi pirosi gastrica.
Se giuristi o colleghi medico legali hanno precisazioni da fare (e si ritiene ce ne siano!) a riguardo sarebbe veramente gradito il confronto, specie dei partecipanti al primo incontro del 30 settembre p.v. per il corso di alta formazione per CTU e CTP.
 

Dr. Carmelo Galipò
(Pres. Accademia della Medicina Legale)

 
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