Si sente gridare a destra e a manca di un passaggio storico che farà abbassare i livelli della medicina difensiva tra i medici a motivo dell’inversione della prova che passerà a carico del malato. Della serie: lo chiamavano Trinità! Incredibile ma vero: appare a chi scrive la pubblicità di un gestore telefonico.

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Se esaminiamo alla fase attuale il disegno di legge non si scorge la luce che tanti credono di vedere e per questo condivido i contenuti dell’articolo a firma dell’avvocato Giungato su Quotidiano Sanità (Responsabilità professionale e medici dipendenti. Con la nuova legge tutto risolto? Non proprio) che si può leggere a questo linkPer altro verso da tempo noi dell’Accademia della Medicina Legale andiamo predicando che il cambiamento della natura del rapporto medico-paziente serve quasi a nulla per due motivi:

  • primo perché riguarda solo i medici dipendenti della struttura sanitaria;
  • secondo perché nel contenzioso medico legale davanti al giudice è il consulente/perito che fornisce la prova e non certo il paziente. E questo lo è sempre stato.

Ma allora che cambia? Forse i termini della prescrizione? Neanche questo appare vero in quanto il termine della prescrizione decorre dal momento che il paziente ha coscienza del fatto illecito e quindi i 5 anni non decorrono dall’accadimento del fatto, bensì da un altro momento che è determinabile solo dalla data della relazione di un tecnico medico legale che accerta una eventuale responsabilità.

Quindi il termine appare non modificato nella sostanza. Ma allora cosa c’è di buono nel nuovo disegno di legge di prossima approvazione? Qualcosa c’è come già scritto nei precedenti articoli presenti su questo quotidiano e altrove nella stampa di settore:

  • Accertamento tecnico preventivo obbligatorio per tutte le parti;
  • Chiamata diretta della compagnia assicuratrice della struttura e del medico;
  • Obbligo di assicurazione per medici e avvocato (anche se trattasi di un insensato obbligo unilaterale che non cambia i problemi attuali);
  • Obbligatorietà della nomina di un collegio medico legale composto dallo specialista della materia di cui si tratta e del medico specialista in medicina legale;
  • Fondo per le vittime degli errori medici in caso di fallimento di assicurazione o dissesto della struttura.

Ma basta tutto questo? Sembra solo un buon inizio e non un buon progetto in via di approvazione. I Problemi rimangono e sono principalmente i seguenti:

  • Assenza di Obbligo delle compagnie italiane ad assicurare;
  • Assenza reale di sanzioni severe ai consulenti tecnici/periti in caso di inesatto inadempimento dell’incarico;
  • Assenza di severo controllo da parte dei Giudici dell’attività dei consulenti nello svolgimento dell’incarico ricevuto e serie difficoltà di sostituzione del consulente inadempiente.
  • Assenza subtotale di periti e consulenti adeguati a svolgere l’incarico ricevuto: da questo l’idea di sfoltire l’albo dei tribunali ai soli tecnici con preparazione adeguata che compiono l’attività peritale per la Giustizia in via esclusiva.


 

Ecco, la vera tutela per i medici e per i pazienti non è lo sconvolgimento di venti anni di giurisprudenza, ma l’attuazione di pochissime regole che rappresentano il vero vulnus del contenzioso medico legale. La vera difesa del medico non sono le linee guida e certi favoritismi che sanno di incostituzionale, ma esattamente:

 
 

  • Il buon rapporto con il paziente caratterizzato da amore, passione e informazione adeguata;
  • La perfetta compilazione della cartella (e non la inesatta rappresentazione dei fatti) in riferimento alla motivazione di ogni atto medico (decisione) che permetterebbe sempre di valutare il rapporto rischi/benefici del loro operato (medici) con ulteriore e fondamentale attenzione di precisare dettagliatamente gli obiettivi della terapia proposta soprattutto in base alla migliore qualità di vita ottenibile dal paziente.

Non è più semplice sottostare a poche cose ma buone? Si prega il legislatore di meditare su quanto suddetto, poiché non interessa ai buoni medici di diventare una casta di privilegiati, né ai pazienti di denunciare chi tenta con amore di salvare loro la vita o di migliorarne la qualità. Tutto il resto è vera noia, solito parlare, solita pubblicità.

Dr. Carmelo Galipò

(Presidente dell’Accademia della Medicina Legale)

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