Per chi si introduce nell’abitazione altrui per rubare previste pene da un minimo di 3 anni di carcere e fino a 1500 euro di multa. Con le aggravanti si rischia di arrivare a 10 anni di detenzione

Inasprimento delle pene per i furti in abitazione e per gli scippi. E’ quanto prevede la riforma del processo penale il cui esame è atteso alla Camera dopo il via libera ottenuto dal Senato.
Nello specifico, il disegno di legge novella l’articolo 624 bis del codice penale prevedendo la condanna a minimo tre anni di reclusione – a fronte degli attuali 12 mesi – e ammende che variano dai 927 ai 1500 euro. Viene poi introdotto un nuovo comma al medesimo articolo, in base al quale viene stabilito il divieto di prevalenza e di equivalenza delle circostanze attenuanti sulle aggravanti. Anche per queste ultime, vengono disposte pene più severe: da 4 a 10 anni di reclusione e da 927 a 2mila euro di multa.
L’inasprimento delle misure punitive riguarda anche rapine, estorsione e voto di scambio. Il reato di rapina, disciplinato dall’articolo 628 del codice penale viene riformato con la previsione di una pena detentiva minima di 4 anni (attualmente sono 3) e massima di 10. Con le aggravanti la reclusione può arrivare fino a 20 anni. Il tetto della sanzione pecuniaria invece viene alzato a 2500 euro.
Per il reato di estorsione (articolo 629 c.p.) l’unica modifica riguarda invece la soglia minima della detenzione, che passa da 6 a 7 anni, mentre in tema di voto di scambio elettorale politico-mafioso, a pochi anni di distanza dalle modifiche all’articolo 416 ter del codice penale risalenti al 2014, che estendeva le condotte incriminate ma prevedeva una riduzione della sanzione, il disegno di legge ristabilisce pene più severe, da un minimo di 6 a un massimo di 12 anni di detenzione.

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