Formulato un emendamento al Dl Semplificazioni che prevede la modifica del comma 687 della Legge di Bilancio consentendo lo sblocco del rinnovo contrattuale 2016-2018

Si è svolto ieri a Roma il sit-in organizzato dai sindacati della dirigenza medica e sanitaria sui nodi relativi al rinnovo contrattuale 2016-2018. I camici bianchi si sono dati appuntamento presso il Ministero della Funzione Pubblica. Una delegazione sindacale è stata ricevuta dal Capo di Gabinetto e dal suo vice.

I dirigenti ministeriali hanno assicurato il loro interessamento per superare il vincolo posto dal comma 687 della legge di bilancio sulla trattativa contrattuale in corso. Secondo quanto comunicato dal segretario Fp-Cgil Medici Andrea Filippi, è stato formulato e verrà presentato in commissione al Senato il 22 gennaio un emendamento al decreto semplificazioni per posticipare l’applicazione della norma al contratto di categoria 2019-21, sbloccando così il rinnovo del contratto 2016-18 ancora fermo.

Analoghe rassicurazioni sono arrivate al Sindacato Medici Italiani (SMI), che ha incontrato il  direttore del Dipartimento della funzione pubblica, Valerio Talamo. Anche in questo caso sarebbe stata annunciata la modifica, in tempi brevissimi, della disposizione normativa. In particolare, mediante l’abrogazione della seconda parte del comma 687, cancellandone la retroattività. Una misura, quest’ultima che permetterebbe quindi  ad ARAN di convocare il tavolo delle trattative.

Nel corso dell’incontro è stato affrontata anche la questione relativa al superamento del tetto alle risorse accessorie ereditato dal precedente Governo.

“I rappresentanti sindacali – si legge in una nota dell’Anaao Assomed – hanno fatto presente la necessità di disporre, senza alcuna necessità di risorse aggiuntive, di risorse economiche, patrimonio storico delle categorie professionali, per retribuire il disagio crescente negli ospedali e le possibilità di carriera di 100.000 professionisti”.

L’Associazione dei medici e dirigenti del Ssn, tuttavia, pur ritenendo l’interessamento della Ministra della Funzione Pubblica di buon auspicio ma, non lo reputa sufficiente, in assenza di fatti, a determinare la revoca dello sciopero del 25 gennaio e di quello di febbraio.

 

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