Il presidente OMCeO di Ferrara indirizza una lettera al Capo dello Stato chiedendo invece l’allocazione degli operatori presso strutture vigilate contro il rischio aggressioni

Poche settimane fa l’Agenas approvava una delibera che dava il via libera all’organizzazione di corsi accreditati sulla gestione del rischio aggressioni da parte dei sanitari: dall’epidemiologia del fenomeno, alla prevenzione del rischio secondo i sistemi di risk management, alle tecniche psicologiche per disinnescare l’aggressività e mettersi in salvo. Argomenti su cui sia la FNOMCeO che diversi sindacati medici avevano chiesto una maggiore formazione.

La decisione di promuovere corsi di autodifesa per medici e sanitari, tuttavia, non è piaciuta a tutti. E’ il caso del presidente dell’Ordine dei Medici di Ferrara, Bruno di Lascio, che ha espresso il suo disappunto in una lettera. La missiva è indirizzata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, considerato come ‘unico riferimento del nostro Paese’.

Di Lascio sottolinea come le aggressioni ripetute del personale sanitario ed in specie al personale medico, “non possano più essere relegate a mere notizie di stampa”.

Tuttavia, per il vertice OMCeO della provincia emiliana, l’organizzazione di corsi di difesa personale non rappresenta la soluzione al problema. Corsi che peraltro sono “addirittura inseriti nel percorso della formazione professionale, prevedendo oltretutto l’attribuzione di più crediti formativi in caso di partecipazione”. Eventi che con la crescita culturale professionale non avrebbero nulla a che vedere.

“Signor Presidente – scrive di Lascio – qualora i Colleghi e soprattutto le Colleghe più giovani non si ‘formassero’ in tale materia, sarebbero ‘penalizzati’ sul piano formativo? Di più, la partecipazione a tali corsi rappresenterebbe un titolo di ‘merito’ per accedere alle attività tipo Guardia Medica o Medico di P,S. o Medico del 118?”

Per il presidente dell’Ordine ferrarese Signor sarebbe, invece auspicabile, prevedere, ad esempio, l’allocazione dei Colleghi in o presso strutture vigilate. “Signor Presidente – si legge ancora nella lettera –  abbiamo necessità e indispensabilità, io in primis, di accrescere il nostro bagaglio culturale per poter garantire sempre di più e meglio il rispetto del dettato dell’art.32 della Costituzione, ma desideriamo farlo in SICUREZZA e in SERENITA’”.
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