Dall’inizio dell’emergenza sanitaria effettuate verifiche su oltre 600 RSA. Rilevate specifiche violazioni sul rispetto della normativa di sicurezza dei luoghi di lavoro, come la mancanza di dispositivi di protezione individuale

Oltre 600 accessi in RSA, 104 verifiche di non conformità alla normativa (17%), 61 persone denunciate ed altre 157 sanzionate, per un ammontare complessivo di oltre 72 mila euro. E’ il bilancio delle operazioni dei carabinieri dei Nas svolte nelle strutture ricettive sanitarie e socio-assistenziali per anziani di tutta Italia a partire da febbraio, dopo la dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria legata al virus Covid-19 e il susseguirsi delle varie misure di contenimento adottate dal Governo.

Oltre alla contestazione degli illeciti, sono state rilevate specifiche violazioni sul rispetto della normativa di sicurezza dei luoghi di lavoro, come la mancanza di dispositivi di protezione individuale o di formazione del personale per prevenire la propria incolumità e, di conseguenza, quella degli ospiti.

A causa delle gravi carenze strutturali ed organizzative sono stati eseguiti provvedimenti di sospensione e di chiusura nei confronti di 15 attività ricettive, giudicate incompatibili con la permanenza degli alloggiati, determinando il trasferimento degli stessi in altri centri, nel rispetto delle procedure nazionali e regionali previste per la prevenzione di possibili contagi.

Nel 2019 il Nas ha controllato 2.716 attività dedicate all’accoglimento e all’assistenza, delle quali il 27% oggetto di contestazioni per accertate irregolarità.

La strategia ispettiva è proseguita nell’anno in corso con l’accesso ispettivo presso 918 strutture, riconducibili a residenze assistenziali assistite (RSA), centri ad orientamento sanitario-riabilitativo e di lungodegenza, nonché varie tipologie di attività assistenziali come case di riposo, comunità alloggio e case famiglia. In questi primi quattro mesi del 2020, le verifiche dei NAS hanno evidenziato irregolarità in 183 obiettivi, pari al 20% di quelli controllati.

Le 212 irregolarità amministrative contestate riguardano inadeguatezze strutturali, gestionali ed autorizzative, quali la mancanza di figure professionali adeguate alle necessità degli ospiti, la presenza di un numero superiore di anziani rispetto al limite previsto e l’uso di spazi e stanze inferiori a quelli minimi previsti, situazioni rilevate soprattutto nel mese di gennaio, contestualmente alla seconda parte del periodo delle festività natalizie, durante il quale aumenta la richiesta di collocazione degli anziani.

Sono state inoltre appurate situazioni penalmente rilevanti che hanno determinato la denuncia all’Autorità giudiziaria di 172 persone, in particolare gestori e operatori ritenuti responsabili di abbandono di anziani e mancata assistenza e custodia, esercizio abusivo della professione sanitaria e uso di false attestazioni di possesso di autorizzazione all’esercizio e di titoli professionali validi, quali infermiere ed operatori socio-sanitari.

Da gennaio ad oggi, sono state 25 le strutture destinatarie di provvedimenti di chiusura o sospensione dell’attività assistenziali poiché risultate gravemente deficitarie in materia sanitaria ed edilizia, quando non completamente abusive.

Con la progressiva diffusione epidemica da Coronavirus, il dispositivo di controllo messo in campo dai carabinieri del Nas si è rimodulato anche per rilevare possibili criticità sulla gestione delle procedure e degli spazi riservati a possibili casi di positività covid-19, nonché alla formazione degli operatori e loro dotazione di materiali protettivi.

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