L’appello di un’operatrice sanitaria al Commissario dell’Asl Napoli 1 Centro dopo l’inchiesta dei giorni scorsi che ha portato il Ministro della Salute a ipotizzare lo scioglimento della struttura: Non ci lasci soli

L’Ospedale San Giovanni Bosco di Napoli è finito nuovamente al centro delle cronache nazionali nei giorni scorsi nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla magistratura sulla cosiddetta Alleanza di Secondigliano.

In base a quanto riferito dal Procuratore Giovanni Melillo il nosocomio “era diventato la sede sociale” di un cartello di camorra che avrebbe controllato il funzionamento della struttura, “dalle assunzioni, agli appalti, alle relazioni sindacali”.

Il Ministro della Salute, Giulia Grillo, sottolineando come la malavita avesse “deciso di lucrare sulla pelle dei malati”, è arrivata a ipotizzare lo scioglimento del presidio ospedaliero per infiltrazioni malavitose.

Tra le reazioni che si sono susseguite nelle scorse ore al maxi blitz ordinato dalla magistratura, anche quella di un infermiera in servizio da 30 anni presso il nosocomio.

L’operatrice sanitaria ha scritto una lettera al Commissario dell’Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva, pubblicata sulla pagina Facebook dell’Associazione partenopea ‘Nessuno tocchi Ippocrate’, che riportiamo qui di seguito.

Caro Commissario sono un’infermiera dell’ASL Na1, ma prima di tutto sono un’infermiera del San Giovanni Bosco e, capirà bene, che alla Gogna noi ci siamo da N tempo. Io lavoro da 30 anni in quell’ospedale, ci sono nata, ci sono cresciuta e sono diventata una professionista, ed una mamma.

Mi creda, è un dolore per me, oggi, sentirmi accomunata ad un mondo che non mi appartiene, sentire dire da un ministro della Repubblica, che il San Giovanni Bosco “deve essere sciolto”…. E con esso quindi anche tutti i lavoratori onesti che in quell’ospedale hanno dato e danno a tutt’oggi l’anima, svolgendo il proprio lavoro tra mille difficoltà?

Mi sento davvero umiliata a sentirmi chiamare collusa di un sistema a cui non appartengo… Io pensavo di dover indossare la mia divisa al mattino quando cominciavo il turno di lavoro e di dover dare sollievo alle sofferenze altrui, ed invece, probabilmente mi sbagliavo. Dovevo indossare un’armatura e combattere come un supereroe, ed anziché svolgere il mio lavoro quotidiano, avrei dovuto indagare ed intrigarmi degli affari loschi che altri facevano, e poi fare rapporto chissà a chi….

Non è così che funziona, io sono stata assunta per salvare vite umane non come agente segreto e se lei oggi tiene alla mia dignità ed a quella di tutti i professionisti seri ed onesti del San Giovanni Bosco, ha il dovere di difenderci dalle accuse e dalle calunnie che ci vengono mosse dall’opinione pubblica e da chicchessia. NON CI LASCI SOLI.

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