Se il nostro è il Paese nel quale la diffusione della scatola nera sulle auto è maggiore, c’è chi solleva dei dubbi sulla precisione della stessa. 

La scatola nera sulle auto è sempre più diffusa e, in particolare, nel nostro Paese.

Il dispositivo satellitare è infatti capace di registrare numerosissimi dati circa la condotta e lo stile di guida del guidatore e agli italiani sembra piacere molto.

Tuttavia, non sono pochi quelli che sollevano dubbi sulla sua effettiva utilità, ma soprattutto sulla precisione del dispositivo.

Un problema non da poco, quello della scatola nera sulle automobili, anche perché con l’ultima Legge Concorrenza questa può fungere anche da piena prova sulla dinamica di un sinistro stradale.

Come ha spiegato il Sole 24 Ore, alcuni esperti in ricostruzione degli incidenti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e al Ministero dello Sviluppo Economico hanno evidenziato alcune criticità sulla scatola nera.

Ecco qualche esempio.

In primis, c’è quella che riguarda la tolleranza massima di 10 metri che la scatola nera avrebbe nel rilevare la posizione di una vettura. Per gli esperti, si tratterebbe di un grado di precisione niente affatto sufficiente per accertare, ad esempio, in quale corsia viaggiasse il veicolo.

Né tantomeno per accertare a quale distanza fosse da persone o cose eventualmente urtate.

La domanda, dunque, sorge spontanea. Ci si può affidare a questo dispositivo per accertare la dinamica di un sinistro stradale?

Senza contare che la scatola nera sulle auto è oggetto frequente di manomissioni atte ad allestire delle frodi.

Per risolvere queste criticità gli esperti hanno suggerito al ministero di fissare standard tecnici molto più elevati. Inoltre, hanno suggerito di limitare al 2020 gli sconti obbligatori sulla polizza Rc auto a tutti coloro che non adegueranno i propri dispositivi.

La soluzione proposta, però, sembra non abbia incontrato il gradimento dell’ANIA.

L’Associazione è infatti preoccupata dal fatto la maggior parte dei modelli di scatola nera attualmente in commercio risulti presto obsoleta.

Ma non è tutto, perché la questione sollevata dai ministeri coinvolge anche un altro tema: quello della privacy.

Il nuovo regolamento europeo Gdpr, infatti, sarebbe in contrasto col termine di 12 mesi nel quale i dati raccolti dalle scatole nere devono essere disponibili per la consultazione.

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