Scrivere in stampatello può salvare la vita

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Vero, la grafia degli specialisti spesso risulta essere incomprensibile. Ciò che è altrettanto vero, e che si riscontra nelle statistiche nazionali, è che la grafia è causa di circa un terzo degli errori sanitari che si verificano in Italia. Basti pensare che per gli errori nella somministrazione di farmaci, 8 su 10 sono dovuti proprio ad una lettura sufficiente ed errata della cartella clinica.

Il collega o l’infermiere non comprende la scrittura del medico che ha indicato la cura e questa viene modificata“, spiega Alessandro Boccanelli, presidente dell’Associazione Salute e Società Onlus e co-presidente della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGE).

Come è possibile ridurre errori di questo genere? Semplice: scrivere in stampatello. Questo, infatti, è uno dei provvedimenti contenuti nelle nuove linee guida della Regione Lazio per la gestione del rischio clinico in ospedale, presentate durante il convegno “Paziente sicuro in ospedale”, tenutosi a Roma.

Basterebbe scrivere sempre in stampatello sulle cartelle cliniche – dichiara Boccanelli – per prevenire moltissimi guai, visto che proprio gli errori di prescrizione sono responsabili in un caso su due degli ‘incidenti’ durante i trattamenti, mentre gli errori di somministrazione sono il 26% e quelli di distribuzione il 14%“.

Bastano quindi piccoli accorgimenti per salvare centinaia di vite e ridurre al minino il rischio di errori.

Inoltre, fra le evenienze che più spesso mettono a rischio i ricoverati per colpa di errori evitabili ci poi sono le infezioni ospedaliere, “contratte dal 5% dei pazienti, soprattutto a livello delle vie urinarie o della ferita chirurgica, per un totale di circa 450.000 casi ogni anno“, spiega Stefano Pompili, direttore Sanitario dell’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma.

Negli ultimi 25 anni le denunce nei confronti del personale medico – sanitario sono aumentate del 300%, percentuale che viene testimoniata dalle circa 12.000 cause pendenti e da risarcimenti che sfiorano i 2,5 miliardi di euro.

Vi è, infine, una naturale tendenza alla “denuncia facile” che porta ad aumentare i costi delle assicurazioni pagate dalle strutture sanitarie e dai medici, ma anche ad un aumento della medicina difensiva, che vede lievitare le prescrizioni inutili, fatte per tutelare il professionista dal paziente e non per risolvere un problema di salute.

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