Il presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Pierpaolo Sileri, è intervenuto a Roma ai lavori degli Stati Generali della FNOMCeO

Riportare il medico, l’infermiere, tutto il personale sanitario al centro dell’agenda politica. Ad auspicarlo il presidente della XII Commissione Igiene e Sanità del Senato, Pierpaolo Sileri, che ha aperto a Roma i lavori della seconda giornata della tappa di luglio degli Stati Generali FNOMCeO.

Molti, secondo Sileri, i problemi dei medici oggi. A partire dalla carenza di specialisti, che costringe i colleghi a lavorare in condizioni difficili. “Da medico ospedaliero so quanto siamo stati deprivati della nostra dignità” ha affermato.

E poi il mancato rinnovo dei contratti, il rapporto medico-paziente “lesionato”, che ha come conseguenza l’aumento del contenzioso e le problematiche anche penali che, nel 95% dei casi, finiscono con un’archiviazione. Per questo il parlamentare ha presentato una proposta di legge per istituire una sorta di “camera di compensazione” che eviti di arrivare in tribunale e consenta di ritrovare il dialogo con i pazienti.

Ma è soprattutto la carenza di specialisti a preoccupare il senatore.

Una carenza cronica, cui ora il Governo sta cercando di trovare una soluzione, aumentando le borse. “L’aumento di posti nelle scuole di specializzazione sino a 8000 è grandioso perché senza precedenti – ha affermato – ma dobbiamo fare di più, aumentando le borse a 10000, perché i ricorsi porteranno, nei prossimi anni, a migliaia di medici laureati in più.

Altre proposte, come quella di richiamare i medici in pensione, lasciano invece scettico Sileri, che propone semmai di ritardare, su base volontaria, di due o tre anni l’uscita dal lavoro. Sì invece agli specialisti dell’ultimo anno ma solo a patto che possano esercitare come uno specializzato, perché “servono esperienza e qualità”.

Un accenno anche alla questione ECM, e alla necessità di rivisitare forme e modalità di aggiornamento per renderle più vicine alle reali esigenze della professione. Infine,  grande apertura, già manifestata nei giorni scorsi, verso l’ingresso nel Servizio Sanitario Nazionale dei Medici stranieri che esercitino in Italia da almeno cinque anni.

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