E’ quanto afferma una ricerca statunitense. La lunghezza d’onda emanata da smartphone e tablet incide sui ritmi circadiani e sulla fisiologia del sonno

Il 90% dei ragazzi usa lo smartphone prima di addormentarsi. Un’abitudine che comporterebbe la perdita in media di 1 o 2 ore di sonno a notte. Le cause sarebbero da rintracciare nella luce blu e nelle emozioni suscitate dai social network.

Lo sostiene Manfred Spitzer, studioso di neuroscienze e autore del saggio “Demenza digitale e Solitudine digitale”, edito da Corbaccio. “Si tratta di un’abitudine deleteria –  ha spiegato al Corriere della Sera -. Il girono dopo i ragazzi sono più stanchi e apprendono meno a scuola, così come funziona peggio la rielaborazione notturna della memoria”.

“L’esito – continua – è il disastro educativo cui si somma il maggior rischio, documentato dalla letteratura medica di soffrire di diabete e ipertensione”.

Le parole del neuroscienziato trovano conferma anche in un nuovo studio condotto dall’università del Colorado-Boulder pubblicata sulla rivista Pediatrics. La luce e la lunghezza d’onda emanata dai dispositivi incide sui ritmi circadiani e sulla fisiologia del sonno, abbassando il livello di melatonina del corpo.

Ma ci sarebbe di più: la luce blu emanata dai dispositivi elettronici non solo è causa di insonnia e malessere, ma può anche danneggiare la vista. Questo tipo di luce, secondo la rivista Focus, fa normalmente parte dello spettro naturale cui siamo esposti durante la giornata; ma smartphone e tablet ne emettono troppa, poiché essendo così intensa è l’unica che rende gli schermi ben visibili anche al sole.

Gli effetti a lungo termine della luce blu rimangono per ora sconosciuti. Per quanto riguarda i rischi legati alla vista, gli oftalmologi stanno studiando gli effetti causati dall’esposizione costante alla luce blu. I risultati starebbero confermando un legame con la degenerazione maculare precoce della retina.

L’occhio umano è naturalmente predisposto per difendersi dagli effetti dannosi della luce: la pupilla si restringe, le palpebre si chiudono, lo sguardo si distoglie automaticamente per evitare che la luce entri troppo intensamente nella retina, provocandone il danneggiamento. Ma esporsi a lungo ai dispositivi elettronici può compromettere queste difese naturali e peggiorare gli effetti.

 

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