L’Associazione italiana ospedalità privata pronta a collaborare per l’adozione di misure volte a risolvere il problema del sovraffollamento dei Pronto Soccorso

“Le aziende ospedaliere di diritto privato del Servizio Sanitario Nazionale avvertono la responsabilità e l’urgenza di dare risposte efficaci per individuare una soluzione alle principali criticità che registra l’assistenza sanitaria, tra le quali emerge il drammatico problema del sovraffollamento dei Pronto Soccorso. Registriamo l’impegno del Ministro Grillo e auspichiamo di poterci confrontare con il Ministero della Salute su possibili e rapide misure per ovviare al problema, e dare un contributo alla definizione di una programmazione condivisa, che abbia il solo obiettivo di garantire a tutti i cittadini che necessitano di accedere a strutture di emergenza, un’assistenza di qualità, omogenea sul territorio nazionale”.

Lo dichiara Barbara Cittadini, Presidente Nazionale AIOP, in risposta alle recenti dichiarazioni del Ministro Giulia Grillo sull’istituzione di un tavolo sul sovraffollamento dei Pronto Soccorso.

Il Rapporto “Ospedali & Salute 2018”, promosso da AIOP e presentato a Roma nel mese di gennaio, ha evidenziato, tra le principali criticità, proprio il fenomeno del sovraffollamento dei Pronto Soccorso, con oltre 14,5 milioni di italiani che vi hanno fatto ricorso nell’ultimo anno, anche come escamotage per eludere le liste d’attesa ed accedere più rapidamente alle prestazioni sanitarie.

“È necessario individuare soluzioni condivise per contrastare la criticità del sovraffollamento dei Pronto Soccorso – prosegue Barbara Cittadini -. Le strutture ospedaliere di diritto privato del SSN, se inserite nella Rete regionale di Emergenza-urgenza, potrebbero supportare gli ospedali pubblici che da soli non riescono, in rapporto alla popolazione residente, a far fronte ad una domanda di assistenza che aumenta e che non trova risposta. L’AIOP, avvalendosi, nelle strutture associate, della professionalità di 12 mila medici, 26 mila infermieri e tecnici e 32 mila operatori di supporto è pronta a fare la sua parte ed è aperta a confrontarsi a livello ministeriale su questo tema”.

 

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