Per la Corte dei Conti della Lombardia le ‘condotte omissive’ dei sanitari per la dimenticanza della spatola sono “causa del danno sofferto dalla paziente”

Una spatola metallica di circa 29 centimetri lasciata nell’addome di una insegnante della provincia di Brescia. E’ uno degli episodi citati nel Rapporto presentato dal procuratore regionale in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti della Lombardia. Secondo lo studio, in tale Regione, ammonterebbero a 515mila euro i risarcimenti disposti nel 2017 a favore delle vittime di lesioni provocate da colpe mediche.

La vicenda del corpo estraneo rimasto tra i tessuti suturati della paziente risale al gennaio del 2014. La donna era stata sottoposta a una isterectomia totale, ma dopo l’intervento continuava a lamentare fortissimi dolori. Solo alcuni giorni dopo i medici si resero conto dell’errore provvedendo a rimuovere lo strumento. Fortunatamente l’insegnate non subì danni permanenti. L’Azienda ospedaliera, tramite l’Assicurazione, aveva provveduto a versarle a titolo di risarcimento € 5.634,40.

La Corte dei Conti ha riconosciuto le ‘condotte omissive’ e le responsabilità di due camici bianchi e due infermieri in occasione dell’operazione per l’asportazione dell’utero.

Il loro operato, secondo quanto riportato in sentenza sarebbe stato “causa del danno sofferto dalla paziente, a ristoro del quale ha avuto origine il pregiudizio economico subito dall’Azienda ospedaliera”. I quattro sanitari, pertanto, hanno dovuto a loro volta risarcire la struttura. I due infermieri, in particolare, hanno dovuto versare la quota di danno arrecato per la dimenticanza “dovuta a un errore nella conta dei ferri chirurgici”.

Sempre nel 2017, la Corte dei Conti ha disposto un risarcimento di € 400 mila per i familiari di un bimbo rimasto vittima di “lesioni gravissime arrecate al momento della nascita”. C’è poi il caso di una condanna “per errore nella diagnosi nella dimissione di un paziente” che ha ricevuto un risarcimento danni di € 65 mila. Infine “un errore nell’esecuzione di una procedura chirurgica” ha portato la Corte dei Conti a condannare i colpevoli a risarcire la vittima con € 50 mila.

 

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