E’ l’incredibile storia di un carabiniere ammalatosi di cancro nei Balcani, a causa dell’uranio impoverito

La vicenda, riportata dal quotidiano “Il Mattino”, riguarda un carabiniere di 51 anni, Francesco De Angelis, da sempre in prima linea contro la criminalità: prima in Campania, tra Castellammare di Stabia e Nocera Inferiore, dove è stato protagonista di arresti di esponenti di spicco della criminalità organizzata, poi in missione all’estero, tra Bosnia, Albania e Kosovo.

Proprio nei Balcani, a causa dell’esposizione all’uranio impoverito, contrae un tumore. Se ne accorge casualmente solo nel 2010, quando rientrato in servizio in Italia, a Sant’Egidio del Monte Albino, viene ferito a seguito di una colluttazione con uno spacciatore. Gli accertamenti effettuati in ospedale portano all’amara scoperta. L’esame radiografico al torace evidenzia la presenza di un carcinoma al polmone.

Il militare si sottopone ad un intervento chirurgico e l’anno successivo torna in divisa ma durante un inseguimento ha un malore e dai successivi controlli scopre che il tumore ha aggredito anche il cervello. A quel punto De Angelis decide di lasciare il servizio “per non compromettere l’incolumità dei colleghi”. A marzo 2015 viene riformato e riconosciuto invalido civile al cento per cento. Ottiene la pensione di invalidità e comincia un ciclo di cure costosissime.

A settembre dello scorso anno il brigadiere si vede negata la domanda di risarcimento per cause di servizio, presentata cinque anni prima. La sua storia viene trattata dai media; il deputato Edmondo Cirielli, segretario di Presidenza della Camera dei Deputati , si impegna a portare il caso all’attenzione della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli effetti dell’utilizzo dell’uranio impoverito, che lo scorso maggio chiama De Angelis in audizione.

“Mi dispiace ammettere – dichiara il carabiniere davanti ai parlamentari – che oggi mi sento abbandonato dalla mia amministrazione che nulla ha fatto per riconoscermi quei benefici che spettano di diritto a chi, come me, ha svolto il suo lavoro ponendo a rischio la propria incolumità. Nonostante sia evidente il nesso eziologico tra la mia infermità e le particolari condizioni ambientali e operative del servizio da me prestato, lo Stato ha rigettato la mia richiesta di dipendenza da causa di servizio, con motivazioni del tutto apodittiche e prive di fondamento, impedendomi di far valere un diritto previsto dalla legge”.

Ma poche settimane fa al danno si è aggiunta la beffa. A luglio infatti, l’uomo è stato chiamato dall’Inps per un controllo. Il medico legale, dopo aver constatato che la malattia è notevolmente regredita, ha deciso di ridurgli la percentuale di invalidità con conseguente perdita dell’accompagnamento e di parte dei benefici sanitari.

“Se ora sto bene, voglio tornare ad arrestare i camorristi – afferma al Mattino De Angelis – Ma purtroppo non è così. Ora inizia la mia battaglia per il rispetto dei diritti non solo di cittadino, ma di soldato e uomo di legge”.

 

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